Melucci fa una finta e tutti cadono per terra. Tutti tranne noi di CosmoPolis. La nuova giunta sarà parecchio uguale alla vecchia. La vera partita si giocherà in un altro ambito. Quello dell’assegnazione degli incarichi dirigenziali
La crisi amministrativa più folle del mondo. Una crisi che sa di burla. Di finta non riuscita per tentare in solitario la via del gol. Di salto nel buio in una giornata di solleone. Azzerare la giunta di Taranto, così come ha fatto l’altro ieri il sindaco, segna la vittoria della tattica posticcia sulla strategia. L’apodittico operare per stagioni lunari di Melucci. Con il già broker di servizi portuali, Palazzo di Città è divenuta una giostra della volubilità caratteriale. Il luna-park sul quale salire o scendere a seconda di ciò che segna il borsino di giornata, l’umore del mattino. Altro che riformismo e politica del si, richiamati dal miglior sodale di Melucci in questo momento: l’ex “traditore” Massimiliano Stellato. Chi volesse leggere questa crisi con le leve del ragionamento logico, tentare analisi sociologiche neanche tanto elaborate, affidarsi alle dottrine del passato, finirebbe con l’andare a sbattere sul muro della sintesi beota. Molti degli assessori ai quali è stata tolta, momentaneamente, la delega torneranno ai loro posti di comando nel giro di qualche giorno. La nuova giunta sarà simile alla vecchia, cambierà tutto perché non cambi nulla. Andrà ridimensionato soltanto il Pd: i sui numeri attuali non giustificano una tale incetta d’incarichi, a cominciare dalla presidenza della municipalizzata che più toglie il sonno agli amministratori locali. Si tenterà di avere un altro nome in rappresentanza del Movimento Cinque Stelle (la Luppino non ha mai convinto). Si capirà come ufficializzare l’ingresso in maggioranza di chi in maggioranza ha già traslocato da tempo: i renziani di Italia Viva. Fine della storia. Fine della crisi che non ha niente della crisi. E della celia spacciata per fondamentale – e catartico – momento di rilancio dell’azione governativa. La partita più importante si giocherà altrove, in altri ambiti. Sugli incarichi dirigenziali da assegnare nei prossimi giorni. Diverse aree amministrative fanno gola a molti, quella dei lavori pubblici per esempio. E i nomi che iniziano a circolare creano imbarazzi e una quantità industriale di selfie dal dubbio gusto estetico. In tutto questo dov’è Taranto? Quale idea di comunità si vuole perseguire? Cosa ne facciamo di un futuro schiacciato sui piccoli e grandi interessi del presente? Domande destinate a restare inevase. Con i farlocchi azzeramenti di giunta diventa difficile poter vedere la luce