Per l’Italia e in particolare per Taranto e la Puglia, il coordinatore cittadino di Taranto e consigliere nazionale di “Noi Moderati”, Pierfilippo Marcoleoni, rivendica la necessità di una classe dirigente competente e lontana da qualsiasi estremismo
“Tornare al centro come luogo d’elezione dell’agire politico. Riportare il moderatismo – e la competenza del cattolicesimo liberal-democratico – al servizio del buon governo della cosa pubblica. Dopo Tangentopoli, sarebbe necessario che il nostro Paese s’interrogasse a lungo dove, e come, poter selezionare una nuova classe dirigente? E ponesse fine all’ubriacatura populista che, al pari di un virus letale, rischia di ledere il corretto funzionamento della nostra democrazia decidente”.
Così il coordinatore cittadino di Taranto e consigliere nazionale di “Noi Moderati”, Pierfilippo Marcoleoni, rivendica la necessità per l’Italia ed in particolare per la Puglia e per Taranto, di una classe dirigente competente e lontana da estremismi di quasiasi tipo.
“Complice anche una legge elettorale ibrida – afferma Marcoleoni – differente per ogni tipo di elezione, per metà proporzionale e per l’altra metà maggioritaria, diviene sempre più proibitivo dare stabilità agli esecutivi di qualsiasi livello e schema istituzionale. A questo si aggiunge, lo si vede con l’utilizzo parossistico della decretazione d’urgenza, lo svuotamento delle competenze e delle prerogative delle aule legislative. E l’indebolimento della forma di governo così come era stata pensata e licenziata,dai padri costituenti“.
“Per tutte queste ragioni – continua il coordinatore cittadino di Taranto e consigliere nazionale di “Noi Moderati – per le sfide che ci attendono, tornare alle famiglie politiche storiche, alle tradizioni culturali che resero grande l’Italia nel dopoguerra, è quanto mai necessario. Anche nel nostro piccolo, in Puglia, a Taranto, si avverte la mancanza di una prassi di governo in grado d’iscriversi in questo solco di ascolto e conoscenza approfondita delle materie trattate. Gli estremismi di qualsiasi tipo e connotazione ideologica servono per distruggere l’ordine esistente, certamente non per costruire un nuovo modello di convivenza civica. E, come sappiamo, l’analisi senza la sintesi rischia di divenire esercizio retorico fine a se stesso”.
“Basta con la politica degli improvvisati e degli scappati di casa – conclude Marcoleoni – Basta con l’esaltazione di un io a digiuno di relazioni sociali. Chi si candida a rappresentare le nostre comunità deve potere avere idee e conoscenze al pari dei professionisti degli altri campi del sapere. Solo cosi potremo tentare di risalire la china e riprenderci il posto che ci compete negli scenari domestici e, nondimeno, in quelli internazionali. Costruiamo assieme un centro includente, per dirla con le parole di Bobbio, e non incluso. Un centro che si candidi a divenire forza di governo. A cominciare dai prossimi appuntamenti elettorali che ci vedranno protagonisti“.