Il futuro incerto della fabbrica tarantina al centro della protesta congiunta in corso dalle prime ore di questa mattina a Taranto
ORE 08:00 E’ in corso a Taranto, dalle prime ore di questa mattina, la manifestazione di tutti i lavoratori e gli imprenditori dell’indotto dell’ex Ilva.
Le sigle sindacali dei metalmeccanici ma anche AIGI, Confapi e Casartigiani uniti per protestare contro le drammatiche condizioni in cui versa l’azienda e chiedere al Governo una soluzione che consenta di salvaguardare i diritti dei lavoratori dello stabilimento e dell’indotto.
Il concentramento è avvenuto davanti all’area della portineria imprese dello stabilimento tarantino da dove è partito il corteo che ha raggiunto prima la portineria dei tubifici, poi la portineria C, dove si sono uniti i lavoratori dell’indotto, tra i quali i trasportatori di Casartigiani con i loro tir, per recarsi successivamente sulla statale Appia, verso la direzione di stabilimento.
Nella giornata di ieri la Questura di Taranto aveva segnalato possibili rallentamenti in entrata e in uscita dal capoluogo ionico; il corteo è presidiato dalle forze dell’ordine.
Al centro delle rivendicazioni congiunte di operai e imprenditori il futuro incerto della fabbrica tarantina e con esso la tenuta sociale della città: “La gestione scellerata di Arcelor Mittal – ha dichiarato la Uilm Taranto – ha messo a repentaglio il futuro di migliaia di persone, ma noi non ci diamo per vinti e lotteremo fino all’ultimo lavoratore: vogliamo un futuro di dignità e sicurezza per noi e per le nostre famiglie”.
ORE 09:00 “La situazione è ormai insostenibile, non c’è Paese civile dove i lavoratori effettuano le prestazioni e non vengono pagati – ha dichiarato Piero Cantoro, della Fim Cisl, – Le aziende sono al collasso, tutti gli ammortizzatori sociali sono in dirittura di arrivo e la multinazionale ancora non risarcisce tutti gli scaduti. Il Governo deve intervenire e fare pressioni sulla multinazionale affinchè le liquidità correnti siano ripristinate o quantomeno sulle banche per riaprire i crediti e avere finalmente la ripresa delle attività manutentive straordinarie per tenere in piedi lo stabilimento siderurgico. Gli elementi di rischio sono ormai diventati tantissimi, gli stipendi scarseggiano ed è ora che si intervenga e si vada all’epilogo finale di questa vicenda. E’ tutto un territorio che sta soffrendo questa crisi”.
Per Franco Rizzo, dell‘Usb nazionale, a proposito della protesta comune, “noi siamo stati chiari. Abbiamo detto che nostro interesse e salvaguardare gli oltre 4mila lavoratori degli appalti ex Ilva. E’ forse la prima volta che tutti insieme si manifesta. E’ un atto dovuto dal nostro punto di vista perchè la situazione è talmente critica che da qui a qualche ora si rischia non solo di chiudere la fabbrica ma di lasciare a casa migliaia di lavoratori. Lavoratori, quelli degli appalti, che guadagnano pochissimo, meno di 1.200 euro al mese, per lavorare in uno stabilimento che in questo momento è assolutamente insicuro”.
ORE 10:00 “Via da Taranto!” È il grido che sta accompagnando più di tutti gli altri il corteo in corso. Stanno sfilando attorno alla fabbrica circa 3mila persone. A seguire anche camion, mezzi e auto delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva con un “concerto” assordante di clacson.
Il riferimento univoco di cori, slogan e urla è la multinazionale ArcelorMittal, attuale azionista di maggioranza di Acciaierie, e l’amministratore delegato Lucia Morselli. “Meloni caccia via i franco-indiani che stanno distruggendo questo stabilimento. Ministro Urso datti da fare. Siamo venuti sin qua per vedere cacciare Mittal” urlano gli operai. E ancora: “L’amministratore delegato non ha fatto altro che spegnere questo stabilimento. Migliaia di persone sono in cassa integrazione e la multinazionale continua a non pagare. Oggi i lavoratori chiedono il lavoro, non ammortizzatori sociali, ma soprattutto chiedono di mandare via ArcelorMittal. Non ci avrete mai come volete voi, noi saremo sempre contrari alla multinazionale ArcelorMittal che ha fatto solo disastri, ArcelorMittal è pregata di andare via immediatamente”.