Ieri l’audizione dell’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, in Senato: “L’azienda è ancora viva e produce”. Ma la strada verso l’amministrazione straordinaria sembrerebbe già spianata
“L’azienda è viva, ancora produce, ha gli impianti in efficienza e paga gli stipendi, anche se abbiamo un enorme eccesso di personale”.
Questa l’immagine dell’ex Ilva di Taranto che l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ha offerto ieri durante l’audizione in commissione Industria del Senato, come riportato dal “Quotidiano Nazionale”.
Il numero due di AdI difende la situazione finanziaria: “I debiti non ammontano a più di 700 milioni di euro, non a 3,1 miliardi, e solo il 18% è scaduto”.
Infine, attacca la decisione del Governo: “State lavorando a un decreto che ha l’obiettivo di cancellare tutte le possibilità intermedie previste dal codice della crisi e dà la possibilità di usarne uno solo, l’amministrazione straordinaria. Per questo abbiamo chiesto al tribunale di Milano, che non è un campo di battaglia e che ha confermato questa possibilità: è una sentenza che noi rispettiamo, ma che ha gettato l’azienda in una profonda incertezza”.
Ma la strada per il siderurgico tarantino sembra già tracciata: “Dato che il principale azionista di Acciaierie d’Italia – ha replicato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Aldofo Urso – ci ha comunicato che non ha alcuna intenzione di mettere risorse, mi sembra che sia chiaro che occorre cambiare rotta ed equipaggio. Parliamo della più grande multinazionale dell’acciaio, che lo scorso anno ha avuto un utile netto di quasi 5 miliardi”.
Parole che non lascerebbero spazio ad interpretazioni differenti dall’amministrazione straordinaria.
Nella giornata di oggi, intanto, si avvia l’ultimo confronto tra socio pubblico e privato, anche se i margini per un accordo sarebbero davvero esigui, nonostante le proteste sempre più accorate dell’indotto.