Oltre dieci persone costrette per bisogno a lavorare più di 60 ore a settimana, senza alcuna ferie e con retribuzioni irrisorie, che spesso dovevano restituire in parte al datore di lavoro: quest’ultimo, un 60enne di nazionalità cinese, è stato arrestato per sfruttamento di manodopera mentre il negozio è stato posto sotto sequestro preventivo
Arrestato nella mattinata del 14 febbraio un 60enne cinese per sfruttamento della manodopera ai danni di almeno 13 persone. L’uomo era datore di lavoro all’interno di un grande esercizio commerciale di vendita al dettaglio di prodotti per la casa e la persona, ubicato a San Giorgio Jonico.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Taranto, è stata eseguita dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Taranto, con il supporto dei Militari della Compagnia di Martina Franca,
Le indagini, condotte dal N.I.L. di Taranto e coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo ionico, hanno consentito di ricostruire la vicenda, alla base della quale vi sarebbe, nell’arco temporale di almeno 6 mesi e all’interno del suddetto esercizio commerciale una condotta ripetuta di sfruttamento ai danni di più di dieci lavoratori, italiani e non.
Approfittando dello loro stato di bisogno, infatti, l’uomo li avrebbe costretti ad osservare orari di lavoro oltre i limiti normativamente imposti, talvolta anche eccedenti le 60 ore settimanali, a fronte di esigue retribuzioni mensili, che non corrispondevano a quanto stabilito dalle contrattazioni collettive e senza che gli stessi fruissero mai di periodi di ferie.
Una condotta aggravata dall’imposizione, da parte del suddetto datore di lavoro, della restituzione in contanti di parte delle già esigue retribuzioni nei confronti dei lavoratori, costantemente sottoposti a metodi di sorveglianza, mediante l’utilizzo di un impianto di videosorveglianza a circuito chiuso presente all’interno della sede di lavoro, in violazione di quanto normativamente stabilito anche dallo Statuto dei Lavoratori, nonché a condizioni di lavoro ed alloggiative degradanti, così come accertato nel corso delle indagini, in evidente violazione delle norme di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.
Pertanto, valutati gli elementi raccolti, tenuto inoltre conto del pericolo di reiterazione del reato e di fuga dell’indagato, anche in considerazione della sua provenienza geografica, il GIP presso il Tribunale di Taranto ha chiesto gli arresti domiciliari per il sessantenne, nonché il sequestro preventivo dell’intera azienda a tutela dei lavoratori stessi.