Il sindacato Sappe esprime timori per le conseguenze del lungo periodo di attesa che poteva tradursi in qualcosa di pericoloso
Il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria (Sappe) ha sollevato la questione di un incidente avvenuto al Pronto Soccorso di Taranto, esprimendo preoccupazione per le potenziali conseguenze di un lungo periodo di attesa per un detenuto.
Il 29 agosto scorso, l’uomo è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale SS. Annunziata, dove è rimasto in attesa fino alla mattina del 31 agosto, con il personale di scorta impegnato a garantirne la sicurezza nel mezzo del solito caos. Il sindacato si è chiesto quindi cosa sarebbe potuto accadere se un detenuto pericoloso avesse tentato di evadere, magari con l’aiuto di complici esterni, o fosse stato vittima di vendette.
Ed è così che il direttore F.F. del MECAU dottor Giuseppe Turco ha deciso di rispondere prontamente:“Il paziente giunto in Pronto Soccorso il giorno 29 agosto 2024 alle ore 21:46 e dimesso il 31 agosto alle ore 05:39, trattato per Fibrillazione Atriale Parossistica in diabetico e iperteso con riscontro di stato anemico e iponatriemia, trattato con antiaritmici come da protocollo cardiologico, è rimasto in osservazione presso il nostro MECAU per garantirgli la massima sicurezza, in quanto la terapia somministrata necessita di monitoraggio elettrocardiografico h24 e osservazione diretta medico-infermieristica”.
“Impossibilitati a datare l’esordio dell’aritmia cardiaca, è stato dimesso su indicazione cardiologica. Il tutto al solo fine di salvaguardare lo stato di benessere del paziente che, per quanto sopra detto, non poteva rimanere in osservazione nella cella sita a quarto piano del presidio Santissima Annunziata che non consente la costante supervisione medico-infermieristica, così come avvenuto nel nostro MECAU”.
“Colgo l’occasione per ribadire che continueremo con la fattiva collaborazione di sempre, privilegiando, per quanto possibile, i pazienti provenienti dalla Casa Circondariale di Taranto”, conclude Turco.


