Più di 1000 medici lasciano ogni mese i reparti di prima emergenza dei nostri ospedali. Nel giro di qualche anno, senza interventi e riforme di settore, si rischia un vero e proprio tracollo per queste specifiche prestazioni. Se viene giù la sanità pubblica, si sfarina anche quella privata. E’ bene che si sappia
Allarme Pronto Soccorso in Italia. Più di 1000 medici, ogni mese, decidono di lasciare questi reparti di prima emergenza. Il rischio di un vero e proprio tracollo è molto alto. In Italia, insomma, chiudono i Pronto Soccorso nell’indifferenza generale. Le ragioni? Orari di lavoro massacranti, retribuzioni ritenute insufficienti, rischi per la propria incolumità. Dati a dir poco preoccupanti per una sanità pubblica sempre più allo sbando. Incapace di riformarsi. Anche, se non soprattutto, dopo il grande spavento della pandemia. Altro che cure territoriali, sanità di prossimità, telemedicina. Il sistema sanitario nazionale è alle corde. Divenuto inadeguato dal mutare dei tempi e da una governance per grandi linee inadeguata.
Altro fenomeno, sempre più diffuso, è quello della migrazione dei medici dal pubblico al privato. Una vera e propria emorragia che sta minando i fragili equilibri delle prestazioni rese all’utente finale. Continuando così il nostro welfare state sarà soltanto un ricordo. Ma, come spiegano gli analisti del settore, se viene meno la sanità pubblica anche quella privata rischia di andare gambe all’aria. Di cadere rovinosamente su se stessa. Dal Pronto al Tardo Soccorso il passo è breve. Brevissimo.