Il materiale includeva filtri contaminati dall’evento Chernobyl e rifiuti di attività mediche e industriali. Corbelli: “Intervento da 18 milioni di euro che risolve una delle maggiori criticità ambientali d’Italia”
Sono state finalmente concluse le operazioni di trasferimento dei fusti contenenti materiali radioattivi dal deposito ex Cemerad di Statte, nel Tarantino. Un intervento che, come riferisce l’Ansa, ha richiesto risorse per 18 milioni di euro.
“La conclusione di questa attività permette di risolvere una delle maggiori criticità ambientali del Paese”, ha dichiarato il commissario straordinario Vera Corbelli, sottolineando l’unicità dell’intervento in Italia per complessità e stato di degrado del deposito.
Le operazioni, iniziate il 15 maggio 2017, hanno portato all’allontanamento di 16.640 fusti attraverso 92 viaggi. Il materiale includeva sorgenti, filtri contaminati dall’evento Chernobyl e rifiuti radioattivi da attività mediche, industriali e di ricerca, raccolti dalla società Cemerad tra gli anni Ottanta e il 2000, quando il sito fu posto sotto sequestro giudiziario.
“Oggi è una giornata importante perché è stato fatto un lavoro grandissimo che è stato un orgoglio per il nostro Paese”, ha commentato il viceministro dell’Ambiente Vannia Gava, presente alla partenza dell’ultimo carico di 141 fusti insieme ad altri rappresentanti istituzionali. Gian Luca Artizzu, amministratore delegato di Sogin, società incaricata della gestione in sicurezza delle operazioni insieme alla controllata Nucleco, ha espresso particolare soddisfazione per il successo dell’intervento, che ha richiesto “specifici interventi gestionali e operativi”.
A commentare l’evento storico anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini: “Ho seguito da vicino questa vicenda passo dopo passo, mettendoci sempre la faccia come faccio sempre”. Una storia definita “infinita” in cui il consigliere ha sempre cercato di “comprendere quali fossero le responsabilità. Il fine ultimo è il bene di Taranto e della sua provincia, martoriate da decenni d’inquinamento”.
Il commissario Corbelli ha evidenziato come questa operazione ponga fine “ad una lunga storia di degrado ambientale e di abbandono” che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, considerata la presenza di materiali radioattivi non protetti. “Ora va fatta la caratterizzazione per la struttura”, ha concluso il viceministro Gava, specificando che “l’intenzione è quella di ridare al territorio un sito pulito e riutilizzabile”.


