Riunione di maggioranza in corso mentre scriviamo. La situazione è precaria, tutto può accadere. Chi vuole avere ancora un futuro politico deve staccarsi dal sindaco di Taranto. Adesso o mai più
Stellato vuole commissariare Melucci. Limitarne l’azione politica, circoscriverne lo spazio di manovra, mediante la nascita di un governo di salute pubblica. Mentre scriviamo è in corso una riunione di maggioranza a Palazzo di Città. Incontro che segue quello tenuto ieri a Bari dallo stesso Stellato con i vertici regionali del Partito Democratico. L’ex esponente di Italia Viva ha capito due cose, due verità incontrovertibili. In grave ritardo, ma le ha capite. La prima: con il sindaco, espressione mercuriale di una gestione politica schizofrenica, emblema di un dilettantismo comportamentale disarmante, ti consegni al fallimento vita natural durante.
Le aree amministrative sono ferme, i dirigenti cambiano ogni due per tre, i progetti languono in polverosi cassetti, l’economia è in recessione, gli imprenditori sono incazzati neri, la comunicazione istituzionale è un disastro, i tarantini toccano ferro quando si nominano loro gli attuali amministratori, di voti in giro ce ne sono pochissimi. La seconda: chi non si stacca per tempo da Melucci non sarà candidato alle prossime elezioni regionali. Il combinato disposto di questi due fattori, rende necessario fare qualcosa. Muoversi per non restare con il cerino tra le mani.
Bisogna, insomma, affossare Melucci per salvare se stessi. In caso contrario, nessuno verrà risparmiato. “Muoia” politicamente Melucci con tutti i filistei. C’è un momento nel quale non basta più un surrogato di potere da gestire. Non può più bastare, neanche per chi tutto è fuorché un cuor di leone. Taranto si trova in questa situazione. In un’intercapedine concettuale ed etico. In un imbarazzo della Storia. Stellato sembra essersene reso conto, gli altri meno. Ognuno necessità dei propri tempi perché la verità non sia vittima dell’immaginazione.