L’installazione di un autovelox sulla Statale 100 sta sollevando molte polemiche: nel mirino le condizioni di sicurezza degli operatori e la regolarità dell’intervento
Fa discutere il caso dell’autovelox installato lungo la Strada Statale 100, all’altezza del comune di Sammichele di Bari, diventato rapidamente oggetto di polemiche e riflessioni. L’episodio ha acceso i riflettori non solo sul tema della sicurezza stradale, ma anche su quella degli operatori incaricati di farla rispettare. Al centro della vicenda c’è l’installazione di un dispositivo di controllo della velocità, previsto per sanzionare chi supera il limite dei 90 km/h. A generare dibattito, però, non è tanto la sua funzione, quanto piuttosto le modalità con cui viene posizionato.
A documentare e portare alla luce la vicenda è stata la giornalista di Telerama, Manila Gorio. Le immagini trasmesse, presto rilanciate dai media locali e sui social, mostrano gli agenti della Polizia Locale intenti a installare l’autovelox in condizioni estremamente rischiose. L’operazione prevede il passaggio su una trave instabile e l’assenza totale di misure di messa in sicurezza dell’area circostante. Una situazione che non solo desta preoccupazione per la gestione dell’intervento, ma solleva seri dubbi sul rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
Il video dell’inchiesta ha acceso il dibattito anche sulla legittimità stessa del rilevamento delle infrazioni compiute con un dispositivo installato in modo potenzialmente irregolare. Se da un lato l’obiettivo dichiarato è quello di aumentare la sicurezza stradale e ridurre gli eccessi di velocità in un tratto particolarmente trafficato e pericoloso, dall’altro le modalità dell’intervento rischiano di trasformarsi in un boomerang reputazionale per l’amministrazione coinvolta.


