L’Unione Marittimi contesta la decisione di Adi Servizi Marittimi: “Nessuna autorizzazione dalla Capitaneria di Porto”
Si accende lo scontro sul disarmo della nave “Corona Boreale”, ormeggiata nel porto di Taranto. Il presidente dell’Unione Marittimi, Vincenzo Bellomo, ha contestato duramente la decisione di Adi Servizi Marittimi in As, sollevando diverse criticità sulla legittimità dell’operazione. “Non si tratta di un atto dovuto come sostiene Adi, ma di una precisa scelta aziendale”, afferma Bellomo, che sottolinea l’assenza di autorizzazioni da parte della Capitaneria di Porto.
La questione più preoccupante riguarda la sicurezza: secondo l’Unione Marittimi, mancherebbero sia il piano di disarmo autorizzato dal Rina che le necessarie tabelle minime di sicurezza. Sotto la lente d’ingrandimento anche i costi di manutenzione, che secondo Adi ammonterebbero a “diversi milioni di euro”. L’Unione Marittimi chiede chiarimenti sulla stima dei danni e sulle società coinvolte, paventando possibili conflitti di interesse.
Il caso si inserisce in un contesto più ampio di gestione della flotta ex Ilva. Attualmente, delle navi del gruppo risultano operative solo la Ursa Major e la Ursa Minor, mentre le altre imbarcazioni sono ferme in porto. Particolare preoccupazione viene espressa per il futuro occupazionale dei marittimi della Corona Boreale, per i quali non è stato ancora presentato un piano di ricollocamento.
L’Unione Marittimi ha annunciato che proseguirà le verifiche sulla vicenda, non escludendo azioni legali per accertare il rispetto delle normative sulla sicurezza e la regolarità delle autorizzazioni. “Rimarremo a fianco dei marittimi dell’ex Ilva per tutelare i loro diritti in tutte le sedi”, ha concluso Bellomo.