Pd e sindacati all’attacco: tensione per i 70 lavoratori ricollocati. Acciaierie d’Italia chiede il dissequestro immediato. La Procura ipotizza “omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro”
L’altoforno 1 (Afo1) dell’ex Ilva di Taranto è stato posto sotto sequestro probatorio senza facoltà d’uso dalla Procura, in seguito all’incendio divampato ieri mattina, mercoledì 7 maggio. Il provvedimento, disposto dal sostituto procuratore Francesco Ciardo ed eseguito dai carabinieri del Noe, colpisce un impianto tornato operativo solo lo scorso ottobre dopo un lungo periodo di inattività.
“I circa 70 lavoratori addetti all’impianto sono stati ricollocati temporaneamente alla formazione”, comunica Vincenzo La Neve della Fim Cisl, esprimendo preoccupazione per possibili “ulteriori ripercussioni lavorative a monte e a valle dell’impianto”. La struttura legale di Acciaierie d’Italia ha già presentato istanza di dissequestro, evidenziando che l’incendio, oltre a non causare feriti, è stato prontamente gestito dai vigili del fuoco interni.
“All’interno della fabbrica si continua a vivere in un clima di incertezza e forte preoccupazione”, dichiarano in una nota congiunta Loris Scarpa e Francesco Brigati della Fiom-Cgil, che chiedono “l’istituzione di un tavolo permanente a Palazzo Chigi” e “risorse per il pieno compimento del piano di ripartenza”.
Dura la posizione del Pd di Taranto. La segretaria provinciale Anna Filippetti parla di “modello industriale pericoloso, fragile e fuori controllo” e invita il ministro Urso a concentrarsi “su quello che vivono e pensano i tarantini più che agli umori degli investitori”. Il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (Pd) aggiunge: “Sembra essere tornati indietro di 15 anni. Chi pensava di archiviare frettolosamente la vicenda, lasciando intendere che gli aspetti ambientali fossero ormai risolti, è stato purtroppo smentito”.
La vicenda si complica ulteriormente con la recente messa in mora dell’Italia da parte della Commissione europea per il mancato rispetto di alcune disposizioni della direttiva riguardante l’impianto. Il candidato sindaco Piero Bitetti propone “la creazione di un Tavolo Permanente di Vigilanza Ambientale” per monitorare la transizione industriale e garantire sicurezza e salute dei cittadini.