La procuratrice Pontassuglia disdice il diniego dell’autorizzazione per l’operazione all’altoforno 1, dopo l’incendio del 7 maggio. “Mai ricevuta richiesta per colaggio fusi”
“Con riferimento alla notizia apparsa nella giornata odierna, relativa all’asserito diniego, da parte di questo ufficio, a concedere l’autorizzazione ad effettuare il cosiddetto ‘colaggio dei fusi’, operazione che si assume essere necessaria per evitare l’esecuzione di procedure straordinarie che potrebbero determinare la probabile fermata definitiva dell’impianto, va precisato che tale richiesta non risulta essere stata avanzata in nessuna delle due istanze”, avanzate da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria a seguito dell’incendio che lo scorso 7 maggio ha riguardato l’Afo1 (altoforno 1) dello stabilimento siderurgico ex Ilva.
Così in una nota il procuratore della Repubblica del tribunale di Taranto, Eugenia Pontassuglia.
Secondo quanto emerso da notizie di stampa ma anche come asserito in alcune prese di posizione istituzionali, il mancato colaggio dei fusi ancora allo stato liquido, subito dopo lo spegnimento del rogo, a causa del sequestro e del conseguente blocco dell’altoforno, avrebbe determinato la solidificazione del materiale e quindi la necessità di procedure molto più lunghe per estrarlo.
Questo sarebbe alla base di una minore capacità produttiva di acciaio da parte di tutta la fabbrica (attualmente è in funzione solo l’altoforno 4, meno performante di Afo1 che era stato riavviato a novembre dopo un lungo periodo di blocco per manutenzione) e quindi avrebbe raffreddato l’interesse degli acquirenti coinvolti nella trattativa, gli azeri di Baku Steel Company.
(Adnkronos)