Il prossimo campionato di categoria inizierà il 31 agosto. La Taranto del calcio ‘gioca’ contro il tempo. E parliamo di una entità ancor astratta, indefinita, alla quale non si può ancora dare una denominazione, una ragione sociale. L’immobilismo al quale è stata costretta, da eventi contrari e contrastanti, sta penalizzando il nascere di qualsiasi situazione positiva, attinente al futuro
Per F.C. Taranto 1927 Srl è suonata la campana dell’ultimo giro. La corsa si ferma sull’ennesimo espediente volto a guadagnare tempo. Il tentativo estremo, quanto inutile, di allungare i tempi ed impedire a quel pallone di tornare a rotolare mancando di rispetto alla sana passione dei tifosi ed all’immagine sportiva della città. Schierandosi volutamente in contrasto con le Istituzioni del calcio.
La procedura di liquidazione giudiziale sarà ufficializzata nel corso della prossima Camera di Consiglio, con provvedimento collegiale. Lo stop definitivo permetterà alla Federcalcio di incidere, per consentire alla città di essere calcisticamente rappresentata da una nuova struttura societaria ripartendo, in ogni caso, dal campionato di Eccellenza regionale.
Sulle vicende non soltanto sportive di quella Società, si sono sprecati, spesso in maniera impropria, fiumi di inchiostro. Argomenti obsoleti e di nessun interesse comune che riguardano un passato ormai senza storia. Mettiamoli da parte.
La città del calcio guarda fiduciosa al futuro. Rassegnata a ripartire dal campionato di Eccellenza regionale. Ritenendo, certamente a torto, che comunque sarà una ‘passeggiata’, ma non è così. Il prossimo campionato di categoria inizierà il 31 agosto. La Taranto del calcio ‘gioca’ contro il tempo. E parliamo di una entità ancor astratta, indefinita, alla quale non si può ancora dare una denominazione, una ragione sociale. L’immobilismo al quale è stata costretta, da eventi contrari e contrastanti, sta penalizzando il nascere di qualsiasi situazione positiva, attinente al futuro. Si è infatti in ritardo su tutto. Al proposito, per dire, non esiste neppure una scrivania o un computer. Un locale dove confrontarsi.
A dire il vero dietro la porta dello studio di Gabriele Gravina, in via Allegri a Roma, come dietro quella di Piero Bitetti, a Palazzo di città, non è che ci sia la ressa di futuri pretendenti. Certamente qualche sondaggio, ma nulla di più. Soggetti peraltro ‘impauriti’ anche dalla mancanza di strutture per il primo anno di gestione e dai possibili costi, elevati, per l’utilizzo del rinnovato stadio Iacovone, in quelli successivi.
Taranto non ha infatti uno stadio dove far eventualmente giocare la propria nuova squadra, nella stagione che va ad iniziare tra meno di due mesi. In molti, compreso il Commissario Straordinario ai Giochi del Mediterraneo Massimo Ferrarese, si sono sbilanciati, in passato, sull’utilizzo scontato dello stadio Italia di Massafra. Questo sino a quando sono stati tutti smentiti dal neo sindaco di quella cittadina, che ha rivendicato la proprietà dell’impianto e le decisioni che ne conseguono relative alla concessione d’uso. Senza dimenticare che, nel presentare la domanda di iscrizione al campionato, la nuova Società dovrà anche allegare un documento, sottoscritto dal proprietario dell’impianto sportivo, che ne attesti la disponibilità per tutto le gare interne della stagione.
Ma quel che è peggio e nessuno ci ha riflettuto, che il Taranto avrà anche bisogno di un impianto, in esclusiva, per il lavoro settimanale in preparazione delle partite ufficiali. Un impianto dotato di locali idonei da adibire a magazzino (palloni, attrezzature di allenamento ed abbigliamento sportivo dovranno pur essere custoditi), sala medica, lavanderia e quant’altro indispensabile a una compagine professionistica. Perché del Taranto che rappresenta la città stiamo parlando. Diamo poi per scontato che, costituita la nuova Società, si avrà anche una idonea sede sociale. Al momento, per non mettere troppa carne a fuoco, tralasciamo gli impegni conseguenti all’attività che scaturisce dal settore giovanile.
Di tutto quanto sopra, ad oggi, si parla molto a livello empirico e irrazionale. La ‘piazza’ sostiene infatti che il nuovo Taranto sarà solo di transito in Eccellenza e sarà, comunque, una ‘passeggiata’ dimenticando invece che vincere i campionati non è mai facile, in nessuna categoria. Dimenticando soprattutto che il nuovo Taranto, che ancora deve nascere, sarà costretto a partire in netto ritardo, nella programmazione, rispetto a tutti gli avversari.
Dimenticando volutamente che prima si compera il cavallo e poi la frusta. Questo per non alimentare facili, pericolosi entusiasmi. Nel senso che senza una proprietà di valore non si va da nessuna parte. Inutile ‘sognare’. A breve i vertici della Federcalcio indicheranno al Sindaco di Taranto i titoli e le credenziali richieste agli interessati, incluso un piano industriale che preveda, per il Taranto, il ritorno tra i professionisti, in un tempo medio. Per come già accaduto in altre piazze, vedi Ferrara, sarà poi stabilito l’importo, certamente congruo, da versare come fondo perduto, da allegare alla domanda di iscrizione.
Con una considerazione finale, personalissima, su eventuali difficoltà, inaspettate, che dovessero sorgere sul cammino della rinascita. Lo Stato sta spendendo circa ottanta milioni di denaro pubblico per ristrutturare lo stadio Iacovone. Non si può permettere, in assoluto, che diventi una cattedrale nel deserto. A buon intenditor…