Il Taranto F.C. è pertanto inappetibile a tutti i livelli e rimane con il suo titolo sportivo e numero di matricola, inutilizzabili. Il tutto sino a quando saranno scaduti i termini di iscrizione, per la stagione in corso, di tutte le categorie. Giungendo, di conseguenza, ad una umiliante autoesclusione definitiva
Calcio tarantino in situazione di stallo. Il magistrato ha disposto l’apertura della liquidazione giudiziale di F.C. Taranto 1927 srl affidando l’esercizio provvisorio al curatore fallimentare, anche in considerazione, recita il provvedimento, della specifica natura dell’attività esercitata dalla debitrice e l’approssimarsi della stagione sportiva.
Nel merito la decisione dell’esercizio provvisorio ha creato meraviglia, all’interno del sistema, per svariati motivi. Il più evidente che la cessione del ramo di azienda di F.C. Taranto 1927 srl non sollecita, anche in terzi, alcun interesse. Infatti, per potersi iscrivere in un qualsiasi campionato, organizzato dalla Federcalcio, chiunque proprietario futuro, dovrebbe prima dimostrare di avere provveduto al pagamento del debito sportivo, accumulato nel corso dell’ultima stagione sportiva.
Una facoltà, questa, impedita al curatore fallimentare. Norme di giurisprudenza dicono infatti che, nell’esercizio dei suoi compiti, può dedicarsi ad atti conservativi, ma non dispositivi. Non può quindi sottrarre, ai creditori, denaro eventualmente rinveniente dall’attività dell’azienda che gli è stata affidata in esercizio provvisorio.
Il Taranto F.C. è pertanto inappetibile a tutti i livelli e rimane con il suo titolo sportivo e numero di matricola, inutilizzabili. Il tutto sino a quando saranno scaduti i termini di iscrizione, per la stagione in corso, di tutte le categorie. Giungendo, di conseguenza, ad una umiliante autoesclusione definitiva.
Momentanea situazione di stallo, pertanto. Compete al sindaco Bitetti interloquire, ufficialmente, con i vertici della Federcalcio, informando della situazione che si è venuta a creare. La procedura è stata avviata. I poteri istituzionali di Gabriele Gravina potranno fare, successivamente, il resto. A tal proposito non va trascurato che il Presidente federale non ha mai nascosto l’affetto verso il territorio. Le sue origini partono da Castellaneta e lui stesso, in gioventù, ha studiato a Taranto.
E’ solo di alcuni mesi addietro, per esempio, la sua visita istituzionale resa al reparto di Oncologia pediatrica del Santissima Annunziata come il contributo, non solo morale, offerto alle strutture sportive della Parrocchia degli Angeli Custodi, al rione Tamburi. Proprio in virtù di esperienze pregresse non è utopia ritenere che Gravina, nelle more delle sue competenze, saprà indicare alla città il percorso più idoneo per permettere a quel pallone di tornare a rotolare sullo storico ponte che divide i due mari.
Sta diventando certamente una lotta contro il tempo. La scarsa conoscenza delle norme e delle procedure, giuridiche e sportive, da parte di alcuni carneadi dell’informazione, crea della confusione sulla platea dei tifosi. Si gettano in pasto ai lettori nozioni prive di senso. Ad alimentare le incertezze generali ci pensano anche alcuni soggetti, pubblici perché no, che non hanno ancora compreso che il calcio è una cosa seria ed a nulla valgono le manifestazioni plateali. Nello specifico non si è di fronte a una “battaglia” elettorale. Più per apparire che per determinare.
Per fare azienda calcio, dappertutto, occorrono sostenibilità economica e progetti industriali certi. In special modo a Taranto. Invece attorno al calcio cittadino ruota una serie infinita di soggetti. Tanti badano solo ad apparire, saltano da un ruolo all’altro, senza una competenza specifica, in cerca soltanto di una “fatica” (come recita il dialetto locale). Nella realtà debbono ancora scoprire quale ruolo li attende nell’età maggiore.