Confesercenti Taranto denuncia l’escalation di eventi mascherati da sagre e manifestazioni culturali: dietro la facciata della promozione territoriale, si nascondono attività commerciali abusive, concorrenza sleale e fondi pubblici mal gestiti
“Assistiamo sempre più frequentemente all’organizzazione di finte sagre, che diventano occasione di veri affari: insomma sembra che la cultura diventi una scusa, un comodo paravento per evadere le regole”. Così esordisce la presidente di Confesercenti Taranto, Francesca Intermite che ha raccolto le istanze dei commercianti iscritti ed esasperati.
“Non vogliamo fare polemica e accendere fuochi – aggiunge – vorremmo solo che la legalità (quale rispetto delle norme igienico-sanitarie, ma anche fiscali) e la tutela della salute degli avventori (senza piani di autocontrollo, né tracciabilità dei prodotti), fosse garantita quanto più possibile, senza ledere la libera concorrenza ed il libero mercato.”
Sempre più spesso, dietro la facciata di eventi presentati come “sagre popolari”, “manifestazioni culturali” o “iniziative sportive”, “si nascondono vere e proprie attività commerciali abusive. Si promette la promozione del territorio, ma l’unico vero obiettivo è vendere cibo e bevande senza alcun rispetto delle regole, in barba alla sicurezza, alla fiscalità e alla concorrenza leale.”, denuncia.
Parliamo di stand gastronomici improvvisati, con zero scontrini e nessuna certificazione sanitaria, e lavoratori spacciati per “volontari” e intere serate gestite come vere attività di ristorazione, senza però alcun tipo di controllo o obbligo. A rendere tutto questo ancora più inaccettabile è il fatto che queste iniziative vengono spesso patrocinate e sostenute con fondi pubblici — comunali, regionali, o persino europei — erogati a pioggia e senza un reale controllo sull’effettivo uso e sulla destinazione finale.
“Il danno è doppio: – riferisce Confesercenti – non solo per le casse pubbliche ma anche per chi lavora onestamente tutto l’anno, tra adempimenti fiscali, controlli sanitari, dipendenti regolarmente assunti, affitti da pagare e mille altre responsabilità. Questi “eventi” rappresentano una concorrenza sleale brutale, che sfrutta l’estate per fare incassi facili, eludendo completamente le regole.”
E non finisce qui. Sempre più spesso associazioni sportive ottengono in concessione tratti di litorale pubblico con la promessa di realizzare attività ricreative o motorie, magari rivolte a bambini e famiglie. Ma una volta ottenute le autorizzazioni, quelle stesse aree vengono trasformate in vere e proprie location da ristorazione serale, con musica, tavoli, griglie e birra a fiumi. Nessuna attività sportiva, nessun servizio alla comunità, solo business camuffato da socialità.
“Ma dove sono i controlli di Guardia di Finanza, Asl e uffici comunali? – si domanda Intermite – È ora di fare luce su questo sistema che premia la furbizia e penalizza fortemente chi lavora nel rispetto della legalità. Non è più tollerabile che fondi pubblici finiscano a sostenere operazioni truccate, mentre le vere imprese faticano a restare in piedi.
Serve un cambio di passo, servono controlli veri e tempestivi, serve che le regole vengano applicate a tutti, senza scorciatoie e senza ambiguità.
Perché la legge vale dodici mesi l’anno, non solo per chi paga le tasse.”


