Di Emanuela Perrone
Infermieri e OSS insufficienti in tutta la provincia: reparti sotto pressione, graduatorie bloccate e assunzioni solo precarie
La provincia ionica vive una delle più gravi emergenze sanitarie degli ultimi anni: la carenza di infermieri e operatori socio-sanitari (OSS) rischia di compromettere seriamente l’assistenza ai pazienti e la qualità del lavoro nei reparti ospedalieri.
A lanciare l’allarme è Pierpaolo Volpe, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto, che denuncia una situazione ormai insostenibile.
“Abbiamo una carenza importante di infermieri in tutta la provincia di Taranto e altrettanto importante la carenza di operatori socio-sanitari (OSS) – spiega Volpe – la cui mancanza si riversa sugli infermieri, costretti ad espletare le attività degli OSS. Il problema riguarda tutti i presidi ospedalieri, specialmente a Grottaglie, dove i colleghi sono in subbuglio: senza OSS, nei reparti di geriatria e medicina generale, sono loro a sobbarcarsi un doppio carico di lavoro”.
Il deficit non riguarda solo gli ospedali. Anche sul fronte della sanità territoriale il quadro è critico: mancano gli infermieri di famiglia e di comunità, figure centrali per l’assistenza diffusa e previste dal DM 77/2022. Per Taranto la programmazione regionale prevede 185 professionisti, uno ogni 3.000 abitanti, ma ad oggi non è stato attivato alcun servizio.
“È l’ennesima dimostrazione dell’assenza di programmazione – sottolinea Volpe – se la Regione non si dota di strumenti concorsuali e non lavora a un piano serio, continueremo ad avere enormi difficoltà”.
L’apertura, nel 2026, del nuovo ospedale San Cataldo rende la questione ancora più urgente. “Mancano certezze sulle assunzioni – osserva Volpe – anche perché non c’è una graduatoria concorsuale valida nella nostra regione”. Attualmente, negli ospedali della provincia mancano circa 120 infermieri. Con il San Cataldo a pieno regime, il fabbisogno salirebbe a 250 unità.
Ma le assunzioni, quando ci sono, riguardano solo contratti a tempo determinato: una scelta che, oltre a non colmare i vuoti strutturali, genera ulteriore precariato.
La stessa criticità si riscontra per gli operatori socio-sanitari. Nonostante un concorso tenutosi a dicembre, la graduatoria è ferma e le assunzioni non sono partite. “Si tratta di lungaggini amministrative spaventose – denuncia Volpe – che penalizzano ancora una volta Taranto, storicamente sottodimensionata rispetto alle altre province pugliesi”.
Il quadro tracciato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche restituisce l’immagine di una sanità in difficoltà, schiacciata tra carenza di personale, precarietà e ritardi burocratici. L’apertura del nuovo ospedale potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio, ma senza concorsi, pianificazione e assunzioni stabili il rischio è che la struttura rimanga un contenitore vuoto.
La richiesta, chiara e urgente, è quella di una programmazione regionale efficace, capace di garantire stabilità e di restituire dignità al lavoro degli infermieri e degli OSS, professionisti indispensabili per il funzionamento del sistema sanitario.


