di Antonio De Comite
Da Statte, Antonio De Comite: “UFO, un fenomeno onnipresente”
“Siamo granelli di sabbia nell’immensità dell’universo”, così evidenziava il grande astrofisico e divulgatore scientifico Carl Sagan, nel suo romanzo ‘Contact’, la cui prima edizione italiana vide la luce nel lontano 1986.
Carl Sagan con quella frase evidenziava non solo che siamo davvero insignificanti di fronte all’universo, ammesso che ne esista solo uno, ma che siamo arroganti e presuntosi pensando di essere il “centro dell’universo”, in quanto non unici né tantomeno speciali.
Soltanto nella galassia che ci ospita, la Via Lattea, ci sono circa 300 miliardi di stelle, molte di queste con sistemi planetari simili al nostro sistema solare, ma nell’universo osservabile ci sono almeno trilioni e trilioni di galassie. Pensare quindi di essere “soli” è una logica assurdità.
Dal punto di vista statistico, solo come ipotesi conservatrici, nella Via Lattea ci potrebbero essere almeno 10.000 civiltà non solo senzienti, ma molto più antiche e tecnologicamente avanzate, in grado potenzialmente di arrivare fin qui per scopi ignoti.
E qui entra in gioco il ruolo che mi compete, ovvero quello di ufologo, lo studioso del tema UFO e le potenziali intelligenze non umane ad essi connesse.
In oltre trent’anni di ricerca, studi e divulgazione sono arrivato alla conclusione che siamo sotto sorveglianza da parte di una, o più, entità probabilmente “non di questo mondo”, presenti sin dall’alba dei tempi.
Miti ancestrali, antiche cronache, testi sacri, manoscritti, ma anche strutture preistoriche complesse e megalitiche che denotano allineamenti stellari sofisticati e realizzate tramite strumenti tecnologici “fantascientifici”, ad esempio l’utilizzo del laser, raccontano la memoria, in gran parte dimenticata, illustrante creature, scambiate per dei e semidei, che scesero dal cielo agli albori della vita, crearono la specie umana, diedero loro conoscenza in ogni campo del sapere per poi andare via con la speranza, un giorno, di ritornare.
La teoria qui esposta viene definita ‘Paleoastronautica’ o dell’”Interventismo non umano” facente parte di quel filone di tematiche, per così dire “eretiche”, che sono parte integrante e diretta dell’ufologia e degli UFO.
Sì, perché, quegli oggetti sconosciuti nei cieli, ma anche nei mari e nello spazio, dalle caratteristiche e dalle manovre non compatibili con la fisica che attualmente conosciamo, potrebbero essere le reliquie automatizzate di quelle divinità creatrici.
Tra l’altro, stiamo vivendo in tempi davvero interessanti, frutto anche del rinnovato interesse, dal punto di vista istituzionale e scientifico, per questa complessa tematica.
Negli Stati Uniti, e non solo, dal 2017 il fenomeno UFO, che prima di quella data era osteggiato, denigrato e ridicolizzato, è stato “sdoganato” ufficialmente, definito di importanza molto seria da parte del governo statunitense, con l’organizzazione di udienze pubbliche congressuali, l’ultima il 9 settembre 2025, dove non solo hanno testimoniato militari ed esponenti d’intelligence, ma che si è arrivati ad un incredibile conclusione: non si può escludere la presenza di ignoti visitatori proveniente da altrove.
Ma anche il ramo scientifico è in fermento per questo tema. Uno dei maggiori sostenitori alla causa UFO, anche se in America vogliono definirli UAP (Unidentified Anomalous Phenomena), è il professore e cattedratico in astronomia presso l’Università di Harvard Avi Loeb, il quale non solo è estremamente aperto ad appoggiare idee, che alcuni definisco controverse, ma che assieme ad altri ricercatori di altre università, ha fondato il Progetto Galileo il cui scopo non è solo quello di scoprire, tramite strumentazioni scientifiche e telescopi, la presenza di UFO esogeni, ma anche la presenza in orbita relativamente vicina alla Terra di oggetti anomali interstellari che, potenzialmente, possono rappresentare anche enormi navi interstellari extraterrestri.
Un caso recentissimo è rappresentato dall’enigmatico 3I/ATLAS che, secondo Loeb e colleghi, presenta elevate anomalie incompatibili con la tesi di una cometa convenzionale, ma ne sapremo di più quando questo oggetto raggiungerà il perielio (punto di distanza minima) solare che, avverrà, a fine ottobre 2025.
Sia quel che sia, questo rende gli ufologi come il sottoscritto, che orgogliosamente fa parte integrante del Gruppo Ufologico Pugliese con il ruolo di consigliere, davvero fieri del lavoro che si sta compiendo, ottenendo una rivincita personale dopo anni, se non decenni, di oscurantismo e scherno altrui.Concludendo:
un fatto è assodato, studiare e divulgare scoperte in merito agli UFO e alle interazioni con esseri intelligenti non terrestri avanzati, ci pone delle domande esistenziali e filosofiche, come “chi siamo”, “dove stiamo andando” e, soprattutto, “da dove veniamo”.
E in base a ciò che ho illustrato, seppur brevemente, dal mio punto di vista siamo tutti “Figli delle Stelle”, facenti parte di un Cosmo che ci aspetta, ma che al momento è impossibile da abbracciare, in quanto “bambini.