Rizzo e Colautti: “Noi non accetteremo mai che si proceda a una vendita a pezzi. Chiediamo che si metta innanzitutto fine alla logorante attesa, in cui vengono lasciati i lavoratori in questo momento, sia quelli diretti per i quali è stato chiesto un aumento inaccettabile delle ore di cassa integrazione, ma anche Ilva in Amministrazione Straordinaria e appalto”
“L’attuale situazione che vede in piedi 10 offerte per l’acquisizione degli stabilimenti, di cui solo due per l’intero asset produttivo, chiarisce, qualora non fosse ancora evidente, che la nazionalizzazione è l’unica via percorribile per mettere al sicuro 18mila lavoratori e le relative famiglie.” Lo affermano in una nota Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Nazionale Usb.
“Lo ribadiamo ormai da 13 anni, e il Governo continua invece caparbiamente a fare tentativi di vendita a privati, anche dopo la fallimentare esperienza di Arcelor Mittal. Noi non accetteremo mai che si proceda a una vendita a pezzi. – Sottolineano – Chiediamo che si metta innanzitutto fine alla logorante attesa, in cui vengono lasciati i lavoratori in questo momento, sia quelli diretti per i quali è stato chiesto un aumento inaccettabile delle ore di cassa integrazione (4.450, di cui 3.803 a Taranto), ma anche Ilva in Amministrazione Straordinaria e appalto.
Inutile che si tenga l’incontro di lunedì sull’ammortizzatore sociale, in un momento in cui regna sovrana la confusione. – Concludono Rizzo e Colautti – Si convochi prima di tutto un confronto a Palazzo Chigi, per poi di conseguenza occuparsi della cassa integrazione e si mettano finalmente in campo strumenti per salvare i lavoratori. Prima dell’Ilva si salvino i lavoratori e le loro famiglie”.


