Secondo Confartigianato, questi passi indietro comportano perdita di opportunità occupazionali qualificate, il mancato sviluppo di filiere locali di subfornitura, e un ulteriore ritardo nella diversificazione industriale
Due grandi e serie opportunità di sviluppo per Taranto sono svanite in poco tempo: prima il Gruppo Ferretti, con il progetto di riconversione dell’ex Yard Belleli in cantiere nautica di lusso; ora Renexia, che ha scelto di spostare altrove l’investimento per la produzione di turbine eoliche off shore. In entrambi i casi si parla di centinaia di milioni di euro di investimenti e migliaia di posti di lavoro diretti ed indiretti sfumati, due progetti che avrebbero contribuito a cambiare il futuro industriale della città.
“E’ l’ennesima occasione sprecata – dichiara Fabio Paolillo, Segretario generale di Confartigianato Taranto – e questa volta non ci sono scuse, nonostante il solito teatrino di rimpallo di responsabilità da parte della politica. In un contesto del genere diventa francamente difficile costruire quella sinergia istituzionale che resta l’unica vera carta per fronteggiare la crisi di sistema di Taranto. Senza dubbio un segnale gravissimo, che mette a nudo le difficoltà ed incapacità del nostro territorio nell’attrarre e trattenere investimenti industriali innovativi. Ed è proprio in un contesto del genere che deve emergere la qualità, la competenza e l’autorevolezza della classe dirigente politica, sindacale e datoriale del territorio. Non possiamo più consentire che Taranto resti ancora prigioniera di un modello produttivo vecchio ed in declino, mentre progetti sostenibili ad alto valore aggiunto fuggono verso altri territori. Le defezioni di Ferretti e Renexia, e di chissà quanti altri, non sono episodi isolati, ma la conseguenza di criticità strutturali che scoraggiano gli investitori, a causa di una “burocrazia” lenta, incerta, una mancanza di chiarezza sulle concessioni portuali ed industriali, sulle attività di bonifica ambientale, con incentivi che si riducono e tanto per cambiare, un mantra dalle parti nostre, un’assenza di una strategia unitaria e credibile di sviluppo del territorio”. Secondo Confartigianato, questi passi indietro comportano perdita di opportunità occupazionali qualificate, il mancato sviluppo di filiere locali di subfornitura, e un ulteriore ritardo nella diversificazione industriale con un grave danno d’immagine per il territorio che rischia di allontanare futuri investitori. “Il colmo è poi – prosegue Fabio Paolillo – che in questa città, così “ricca” da anni di problemi sociali, economici ed occupazionali, con gigantesche vertenze industriali che non trovano sbocco e soluzioni, non vi sia nemmeno uno straccio di tavolo di confronto, di discussione, una sorta di cabina di regia permanente con Regione, Comuni, Governo, Autorità portuale, sindacati ed associazioni di categoria, per un monitoraggio pubblico e trasparente sugli investimenti strategici, sugli incentivi sulle concessioni e disponibilità delle aree, sulle procedure autorizzative e sui tempi, per garantire agli investitori un interlocutore unico e affidabile. Il territorio ha bisogno di una visione industriale chiara, di strumenti rapidi e di certezze. Non è più possibile perdere occasioni di sviluppo a causa della confusione, della superficialità, dei ritardi e delle incertezze. Si parla tanto di Taranto – conclude Fabio Paolillo – che deve diventare un polo attrattivo per l’economia verde, l’innovazione e la cantieristica di qualità, quindi? Solo così le imprese locali potranno agganciarsi a filiere di valore e i nostri giovani potranno trovare qui il loro futuro. Care istituzioni, politici ed amministratori pubblici, il tempo delle promesse è finito. La situazione di Taranto è abbondantemente chiara e grave. O si cambia rotta subito, o Taranto continuerà ad essere un territorio che perde occasioni e giovani, che viene trasformata da città candidata alla diversificazione industriale in simbolo nazionale degli investimenti perduti”. Confartigianato non resterà in silenzio davanti all’ennesimo scippo di sviluppo. Pretendiamo risposte concrete ed immediate: Taranto non può più aspettare.