Nonostante evidenti limiti nell’organico allestito, e un campionato che va rivelandosi assai modesto, la squadra jonica può puntare su una tifoseria da categoria superiore. Aspetto, questo, che potrebbe decidere l’esito del campionato
Eccellenza Pugliese: tra sogni, mugugni e reality calcistici. Benvenuti nel campionato più bello del mondo. O almeno così ci piace credere, mentre ci sorseggiamo il caffè al bar e discutiamo di 4-3-3 come se fossimo a “Sky Calcio Club”.
L’Eccellenza Puglia, terra di sole, vento e contropiedi, quest’anno ha l’aria del Grande Fratello del pallone regionale: 20 squadre, quattro “vip” (Taranto, Brindisi, Bisceglie e Canosa) e sedici “invitati” che si contendono il diritto a non retrocedere e, se va bene, a finire nel tabellone dei playoff come comparse di lusso.
Brindisi: il campionato delle chiacchiere vinto a luglio
In estate il Brindisi aveva già trionfato. Sul mercato, sulla carta, nei bar e sui social: nomi altisonanti, compensi da Serie C e dichiarazioni da Champions. Il famoso “campionato delle chiacchiere”, quello che si gioca con la penna dei giornalisti e il portafogli aperto, era tutto biancazzurro.
Poi, però, si è iniziato a giocare davvero, con pallone e arbitro vero. E lì i conti non tornano più: otto partite, zero sconfitte, ma già quattro punti di distacco dalla vetta. Due pareggi insipidi con Canosa e Bisceglie e un ambiente che mugugna più di un pubblico di Amici durante le eliminazioni. Giovedì, poi, arriva la Coppa Italia con il Taranto: una partita, di ritorno, secca e forse anche qualche destino appeso al filo.
Canosa: esonero express, Modesto non basta nemmeno di nome
Il Canosa era partito con buone intenzioni e numeri in linea con i big: sei vittorie, un pareggio, una sola sconfitta. Ma nel calcio di Eccellenza la pazienza è un optional. Il tecnico Modesto, nomenomen smentito dai fatti, ha pagato con l’esonero il peccato di un’eliminazione in Coppa ed un pareggio di troppo. Qui si gioca per vincere o per cambiare allenatore e la seconda opzione è sempre la più semplice.
Taranto: entusiasmo, lacune e portieri con l’anima da youtuber
Il Taranto guida la classifica, solitario e meritatamente. Nonostante un organico con più buchi di una rete da pesca, i rossoblù hanno dalla loro un’arma che in Eccellenza vale oro: il tifo. L’appartenenza dei tifosi tarantini non conosce mezze misure. Loro non vanno allo stadio: ci tornano a casa.
Servirebbero però integrare la rosa con qualche “under” sveglio e, soprattutto, un portiere “over” che non alterni parate prodigiose a papere da highlights comici. Si mormora che la società cerchi una punta da doppia cifra, ma intanto ci si gode la vetta. E giovedì, contro il Brindisi, si promette fuoco e fiamme (sportivamente parlando).
Bisceglie: la squadra giusta nel posto giusto
Senza quella penalizzazione di un punto, il Bisceglie sarebbe primo a pari merito. Squadra tosta, tecnica, di categoria (come si usa dire) allenata con il piglio del condottiero da Pino Di Meo.
Non ha i proclami del Brindisi, né le pressioni del Taranto, ma gioca con una serenità da monaco zen e la cattiveria di un buttafuori di discoteca. Ha già eliminato il Canosa dalla Coppa Italia e si candida, con discrezione e muscoli, a vera antagonista dei rossoblù per la vittoria finale.
La Coppa Italia: la scorciatoia per la Serie D
Un dettaglio non da poco: chi vince la Coppa di categoria vola direttamente in Serie D. Ecco perché la partita di giovedì tra Brindisi e Taranto vale più di mille proclami. C’è pure il contorno del “giudizio sportivo riveduto” che aveva inizialmente dato ragione al Brindisi per la mancata disputa del match il 25 settembre. Polemiche, ricorsi e contro-ricorsi: tutto il necessario per una puntata perfetta del Trono di Spogliatoio.
Conclusione: quattro regine, un solo trono
Taranto sorride, Bisceglie scalpita, Canosa riparte da capo, Brindisi si interroga. Il resto del campionato? Assiste, applaude, e sogna almeno un colpo di scena. Perché in fondo, nell’Eccellenza pugliese, la cosa più eccellente è proprio lei: la capacità di trasformare ogni domenica in una piccola, grandiosa commedia all’italiana.


