In Italia non si diventa più genitori ma con almeno uno dei due straniero, il meno si arresta
Sarà che è diminuita pure l’ ansia di prepararsi già la risposta a una domanda ben precisa del Natale successivo a quello dell’ anno prima. Sarà che ci si incontra sempre meno perché rimasti in pochi, proprio alle feste di Natale in famiglia, o che alle stesse feste ci siano sempre meno zie curiose, quelle di una volta.O nonne quelle che tra una portata e l’altra, instancabili presenze in tavolate dall’ intento dispensatorio,non solo culinario ma anche di consigli, aggiungevano la fatidica domanda :
“Voi figli,ancora niente!?” ( Si allarga o no questa famiglia!?)
L’ immancabile domanda seduti a tavola, dispensatoria sì, di cose buone ma anche e soprattutto di ansia a ignare vittime in coppia che guardandosi con sospetto,fino a quel momento, non si erano ancora posti la domanda ma avevano già la risposta.
Figli sì?Figli no?Figli non ancora?Figli mai. E non basta farsi aiutare da un Galimberti non qualsiasi, ignaro pure lui magari e seduto a una sua festa privata , a trovare la risposta alla domanda. O più che altro, a psicoanalizzare freddamente la motivazione.
Ci pensa l’ Istat ad analizzare lo scenario,fornendo dati certi senza alcuna visione dubbia o semplicemente poetica della nonna in attesa di diventarlo nell’ anno duemilaventimai o forse.
Il calo delle nascite è solida realtà e non lancia nemmeno un timido segnale di arresto.
Nel 2024 sono state 369.944, in calo del 2,6% sull’anno precedente
Nel 2025 in base ai dati provvisori relativi a gennaio-luglio le nascite scendono 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (-6,3%).
Il numero medio di figli per donna raggiunge il minimo storico: nel 2024 si attesta a 1,18, in flessione sul 2023 (1,20)
L’andamento decrescente delle nascite prosegue senza soste dal 2008, anno nel quale si è registrato il numero massimo di nati vivi degli anni Duemila (oltre 576mila). Da allora la perdita complessiva è stata di quasi 207mila nascite (-35,8%).
Definire le motivazioni della denatalità come scelte individuali o culturali rischia di banalizzare tutto. In Italia è un mix , quasi implosivo,di carenze strutturali, economiche sociali e quindi anche demografiche.
Si fanno meno figli per la bassa propensione ad avere figli ma anche per la riduzione nel numero dei potenziali genitori appartenenti alle sempre più esigue generazioni nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995.
Nel 2024 continuano a diminuire sia i primi figli sia i figli di ordine successivo al primo.
La diminuzione dei primi figli riguarda tutte le aree del Paese, con una riduzione più bassa nel Centro-Nord (-1,8% per il Nord, -2,0% per Centro) e un calo più intenso nel Mezzogiorno (-4,3%). Anche la diminuzione dei figli di ordine successivo al primo interessa in misura maggiore il Mezzogiorno: -4,3% contro -1,7 del Centro e -1,4% del Nord (-2,5% la media Italia).
Il segno meno per le nascite attraversa l’ Italia da Nord a Sud, mantenendo un unico dato stabile: la natalità delle coppie con almeno un partner straniero.
Nel 2024 il numero dei nati da genitori in cui almeno uno dei partner è straniero resta sostanzialmente stazionario rispetto all’anno precedente. In pole position di almeno una genitorialità di origine straniera: i rumeni,i marocchini e gli albanesi.
Pare che la domanda delle nonne per il prossimo Natale può subire un’ evoluzione : “Voi figli ancora niente?” No, mai ,forse. Il sì,in quei pochi casi, può fornire una certezza e suggerire alla nonna il viaggio all’ estero per il prossimo Natale.


