“Riteniamo doveroso fare chiarezza per evitare che i mitilicoltori subiscano oltre al danno la beffa”
Negli scorsi giorni – fanno sapere – si sono succeduti da parte di alcuni parlamentari jonici interventi relativi a fondi, richiesti o/e “erogati” ai mitilicoltori tarantini in relazione alle perdite subite, anche nell’anno 2024, a causa del ripetersi del fenomeno dell’innalzamento della temperatura delle acque del mar piccolo.
“A riguardo riteniamo doveroso fare chiarezza per evitare che i mitilicoltori subiscano oltre al danno la beffa. Ad oggi i mitilicoltori di Taranto non hanno ottenuto alcun contributo. Solo in questi giorni sono in corso di presentazione le domande di indennizzo relative all’avviso pubblicato dalla Regione Puglia lo scorso 9 ottobre, che rende disponibili £ 250.000 per i mitilicoltori della intera Puglia (una goccia nel mare!!).
Le risorse provengono dal “bilancio regionale autonomo” in riferimento alla legge regionale 26/2013 che istituì il “Fondo di solidarietà per il settore della pesca e della mitilicoltura”, a seguito della emanazione delle ordinanze sanitarie, tuttora vigenti, che imposero pesanti limiti alla coltivazione dei mitili nelle acque del 1°seno del Mar Piccolo.”
Con l’assessorato regionale all’agricoltura -affermano – si stava verificando la possibilità di incrementare le risorse del bando che quest’anno risultano particolarmente insufficienti, tanto per il fatto che nel 2024 la moria ha interessato anche il seme, con grave pregiudizio della produzione 2025, quanto perché il fenomeno del surriscaldamento ha investito anche le aree di produzione del Gargano, allargando la platea dei destinatari dei fondi. Purtroppo ad oggi questa possibilità non si è concretizzata. Il governo nazionale – continuano- quest’ anno, per la prima volta ha riconosciuto lo stato di calamità naturale del settore della mitilicoltura, in considerazione del fatto che la problematica del surriscaldamento ha interessato gli allevamenti di tutta Italia. Ma al momento non ci risulta che siano stati stanziati specifici fondi per affrontare la emergenza. Ben diversamente, purtroppo, si è intervenuti in relazione alla problematica del “Granchio blu” che ha interessato l’alto Adriatico, per la quale il governo ha stanziato con grande immediatezza oltre 50 milioni di euro, cui vanno aggiunti gli importanti interventi delle regioni interessate. D’altra parte per i nostri mitilicoltori sarà difficilissimo accedere ai fondi nazionali (se e quando saranno effettivamente resi disponibili), perché le procedure adottate presuppongono eventi eccezionali e non certo situazioni ricorrenti, se non strutturali, come quelle che affliggono puntualmente da anni la nostra mitilicoltura.
L’evento naturale del surriscaldamento a Taranto determina, come è noto, conseguenze più dannose e ricorrenti a causa dei vincoli sanitari esistenti che costringono l’allevamento esclusivamente negli spazi angusti del 2 seno del mar piccolo. In questo difficile contesto è particolarmente apprezzabile l’azione del comune di Taranto che, non potendo intervenire direttamente a sostegno del settore, sta promuovendo delle azioni che consentano di coinvolgere i mitilicoltori in diverse attività finalizzate alla diffusione della conoscenza dei metodi produzione, della storia, delle tradizioni culturali ed enogastronomiche della cozza di Taranto.
“Ci piacerebbe che su argomenti così complessi e dolorosi la politica tutta, a prescindere dagli schieramenti, condividesse percorsi concreti e producesse uno sforzo comune. La mitilicoltura – concludono – ha necessità di interventi di sostegno concreti che ne evitino la scomparsa, così come ha bisogno di rimuovere le cause strutturali che determinano questa condizione di emergenza permanente, certamente non riconducibili a responsabilità della categoria.”
Coldiretti Taranto, Unci Agroalimentare, Confcooperative Taranto, Legacoop Agroalimentare, Confesercenti Casaimpresa Taranto, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila Pesca.


