“Abbiamo 15 milioni pronti per la formazione, ma senza indirizzi chiari da Governo e Ministeri non possiamo avviare nulla. Serve subito il tavolo per la portualità promesso ad agosto”
“Nonostante le grandi aspettative e le numerose risorse stanziate dalla Regione Puglia per la riqualificazione dei lavoratori ex TCT, parliamo di 15 milioni di euro già destinati a corsi di formazione professionale, la situazione del molo polisettoriale di Taranto resta in uno stato di incertezza che pesa come un macigno sul futuro occupazionale del territorio”. Carmelo Sasso, segretario generale UIL Trasporti Taranto, sottolinea ancora una volta la drammatica urgenza di convocare il tavolo per la portualità, accordato dagli attori istituzionali lo scorso agosto in Autorità Portuale, ma rimasto senza seguito concreto.
“Non possiamo avviare nemmeno un percorso di formazione reale finché le istituzioni non chiariranno gli indirizzi precisi che il porto e il molo polisettoriale dovranno seguire – spiega Sasso – La politica locale e nazionale espressione del territorio deve sostenere l’Autorità di Sistema Portuale nel pretendere risposte chiave dai Ministeri competenti e dal Governo nazionale. Senza queste risposte non saremo mai in grado di fornire ai lavoratori le competenze utili per nuove opportunità professionali.”
Il sindacato denuncia che la mancata attuazione del decreto MASE sull’eolico offshore, con la conseguente assenza di linee guida operative, sta di fatto bloccando i corsi di riqualificazione. “I finanziamenti ci sono – si legge nella nota – ma non ci è dato sapere quali competenze occorrerà sviluppare, a chi saranno destinati i futuri lavori sull’eolico portuale e quali saranno i soggetti coinvolti. Senza una visione definita perdiamo solo tempo e rischiamo di lasciare i lavoratori in un limbo senza via d’uscita.”
Non è solo la questione eolica a generare stallo: la logistica Vestas, che ha preso possesso della piazza portuale da oltre due mesi, ancora non fornisce piani occupazionali chiari. Rimangono oscure, inoltre, le intese raggiunte tra Ministero e Porto sulle ricadute reali in termini di lavoro, e l’incertezza regna anche sulla compatibilità tra i diversi progetti che insistono sul molo polisettoriale senza una regia politica che faccia ordine.
“Serve che la politica capisca definitivamente cosa intende fare il Governo con la grande fabbrica dell’ex Ilva. – Aggiunge Sasso – Le decisioni su quella realtà impatteranno enormemente sugli spazi concessi in autonomia funzionale allo stabilimento e sulla funzionalità portuale di Taranto. Ormai da anni assistiamo ad una narrazione fatta di progetti e promesse, che spesso restano solo sulla carta, come quello di Renexia, e troppo spesso svaniscono nel nulla.”
Da otto anni, in questo clima di stagnazione e di attesa, l’Agenzia del Lavoro Portuale continua a contare ben 350 lavoratori ex TCT in attesa di ricollocazione. “Abbiamo aggiornato e arricchito i cataloghi regionali della formazione, ma senza sapere quale pagina dovremo effettivamente applicare, non possiamo partire. – Sottolinea – I bandi che spesso si invocano e si attendono non possono decollare senza indirizzi politici e industriali chiari. È ormai indispensabile convocare subito il tavolo tecnico che riunisca tutte le forze della politica e dell’amministrazione portuale, in modo da orientare finalmente le scelte occupazionali e rilanciare il porto.
Il porto di Taranto da più di due anni è sprovvisto di un fornitore di manodopera temporanea autorizzato ai sensi della L 84/94 ed il MiMS ancora non riesce a dare al territorio una risposta sulla procedura di legge da seguire per la realizzazione di questo importante fattore di competitività per le imprese portuali e più in generale per lo sviluppo dei traffici di cui tutti i porti Italiani sono dotati. – Prosegue la nota – Confidavamo che la nomina del Commissario di diretta emanazione ministeriale potesse sbloccare l’impasse consentendoci di ricollocare qualche decina di lavoratori della Agenzia, peraltro già formati e pronti, ma ancora nulla”.
Sasso rilancia l’allarme sulle prospettive: “Se le risposte tarderanno ancora, le organizzazioni sindacali e i lavoratori saranno costretti a valutare ogni azione utile alla tutela del lavoro e allo sviluppo dell’area portuale tarantina. Finora abbiamo trovato collaborazione e fatto quadrato conAdSP, istituzioni e politica, ma questa pazienza non può essere infinita. Occorre una svolta immediata oppure prenderemo iniziative concrete.”
UIL Trasporti Taranto rinnova l’appello in maniera accorata alla responsabilità istituzionale e chiede che si passi urgentemente dalle buone intenzioni ai fatti. Le grandi occasioni di sviluppo non possono essere vanificate da incertezze e ritardi; la dignità dei lavoratori e la crescita dell’intera città dipendono dalla capacità di decidere, agire e progettare davvero.


