L’avvocatura comunale avrebbe espresso parere negativo sulla possibilità di presentare istanza dinanzi al Tribunale Amministrativo. Indebolito il Consiglio comunale, che aveva votato all’unanimità la mozione dei Cinque Stelle. L’opera, quindi, si farà. Anzi: si sta già lavorando per realizzarla. L’ambientalismo da Palazzo dell’assessore Gravame
Non vi sarà alcun ricorso dinanzi al TAR per il dissalatore da realizzare sul fiume Tara. Il Comune non presenterà istanza dinanzi al Tribunale Amministrativo. Alla base della decisione ci sarebbe il parere negativo, espresso dall’avvocatura comunale, su tale procedura. Una soluzione, questa, ampiamente preventivabile. Come si fa, infatti, a ricorrere contro la costruzione di un’opera fuori tempo massimo? Quando la stessa ha già acquisito tutti i pareri autorizzativi? E il cantiere è operativo da alcune settimane avendo ottenuto, nel frattempo, anche il Paur (il Parere autorizzatorio unico regionale).
Il Consiglio comunale aveva votato, all’unanimità, la mozione dei Cinque Stelle sull’argomento. Un atto simbolico, politicamente debole. Giuridicamente inconsistente. Ma la demagogia, malattia senile delle nostre democrazie, è sempre in agguato di questi tempi. Diviene interessante, adesso, capire come si comporterà l’assessore all’Ambiente Fulvia Gravame. E se l’ambientalismo da Palazzo avrà la meglio, ancora una volta, sull’ecologismo di piazza. Dopo l’Ilva, il dissalatore. E’ proprio il caso di dire: come si cambia per non morire…


