di Rosa Surico
Da Milano, ogni anno, il fascino del viaggio in moto attraversa l’ Italia, ultima tappa la Città dei due Mari
C’ è stato un tempo, ancora non molto lontano, in cui la Vespa e La Lambretta, nemmeno passando sotto l’ ironica lente d’ ingrandimento, di uno dei testi del fondatore della teatro-canzone italiana, Giorgio Gaber, “Destra-sinistra” del 1993, avrebbero trovato con certezza la giusta collocazione.
Gli amanti delle due ruote, sin da subito, come in un coro da tifoseria si schieravano su un modello o sull’ altro, con tutte le loro evoluzioni, fino a generare nel corso degli anni confusione. La rivalità si esprimeva in gare di velocità. Erano già gli anni ’60 e lo schieramento politico niente aveva a che fare di fatto, con le caratteristiche strutturali, che volutamente tralasciamo, né della Vespa, prodotta anni prima nel 1946 né della Lambretta nata l’ anno dopo, nel 1947. Ma si erano caricate ignare, del peso di due ideologie distinte e contrapposte.
Erano anche gli anni in cui le donne iniziarono a votare. Nelle pubblicità si vedevano sedute sulle due ruote e anche sulle due ruote potevano esercitare il loro diritto al voto.
“La Vespa era rivoluzionaria e di sinistra – afferma il saggista Umberto Broccoli (Sette 28/12/2012)- mentre la Lambretta ammiccava alla destra conservatrice” Ma da nord a sud non sono poche le leggende che hanno diviso i piloti a due ruote. La Vespa aveva il suo motore spostato sulla destra, la lambretta aveva il motore centrale.
La vespa associata all’immaginario borghese, del “pariolino” con riferimento alla borghesia romana. Complice la visione del film cult, “Vacanze Romane” con Haudry Hepburn e Gregory Peck del 1954. Fu da allora conosciuta in tutto il mondo come simbolo di libertà, emancipazione femminile, romanticismo.
La lambretta poi invece di sinistra. Vista anche come il mezzo della classe operaia, del proletariato e quindi legata a tutta quella ideologia.
Non sono mancate le contraddizioni fino agli anni più recenti.
Lo disse scherzosamente il premier Silvio Berlusconi all’ inaugurazione della 63ª esposizione del motociclo nel 2005.
Affermò: “Comprare una Vespa era una festa per una famiglia fortunata, mentre io mi sono dovuto fermare alla Lambretta”.
Destra-sinistra, sinistra-destra.
Ci hanno pensato anche altri film a dare una visione pure della lambretta. Il film “Torna a settembre” di Gina Lollobrigida e Rock Undson del 1961, o del più recente Franco Battiato in Perduto Amor del 2003.
Sinistra-destra, destra-sinistra. Finanche al 1986 con “Il ragazzo del Pony Express” di Gerry Calà rigorosamente in Vespino.
Entrambe diedero senza saperlo, un volto sia pure duale, all’ Italia irradiata dal miracolo e nel post boom economico, la cui visione si protrasse per decenni. Tutte e due ebbero un unico obiettivo invece: prestarsi a un target di persone alla ricerca di un mezzo affidabile ma economico allo stesso tempo, per potersi destreggiare nel traffico cittadino e un ruolo importante fu investito dalla pubblicità per le due case produttrici. Nel tempo mutò anche il loro destino economico e commerciale.
La Vespa fu brevettata a Firenze da un’ idea di Enrico Piaggio che incaricò l’ ingegnere Corradino D’Ascanio di progettare un nuovo mezzo su due ruote, economico e pratico e fu ispirato da un modello precedente di elicottero. Strutturalmente molto differenti ma entrambe con l’ anima tutta italiana.
L’Innocenti Lambretta, fu prodotto dalla industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate. Lo stesso nome derivava dal fiume Lambro e fondamentale fu il contributo dell’artista e pubblicitario Daniele Oppi.
Destra-sinistra, sinistra-destra. Tuonerebbe ora lo stesso Gaber a questo punto, ( tra l’altro immortalato in una foto in bianco e nero da ragazzo, su una lambretta) con il suo ultimo verso: Basta!
E se si aggiunge ” Io noi e Gaber” il docufilm del 2023 diretto da Riccardo Milani, omaggio allo chansonnier milanese, in cui si descrivono le gite in Vespa con la sua compagna, il dubbio amletico tuonerebbe ancora di più?! Vespa o Lambretta, chi va a destra chi a sinistra!? Ma cos’ è la destra, cos’è la sinistra?! Non una due ruote!
Basta! Basta! Intonerebbe ancora e per ultimo per davvero.
Vespa e Lambretta hanno un unico grande bagaglio comune di storia, vero e proprio orgoglio del design e del made in Italy, velatamente nostalgico che ancora non ha dissolto del tutto gli schieramenti su due ruote come riflesso di ideologie politiche. Il dubbio, sembra ancora incuriosire.
Da Milano ogni anno, inizia la rievocazione storica per moto d’ epoca, comprese la Vespa e la Lambretta, che si celebra dal 1987, nel mese di luglio. È la “Milano Taranto” che va alla scoperta di borghi, strade e panorami unici per poi fermarsi come ultima tappa a Taranto, quando in uno dei momenti più iconici proprio nella città dei Due Mari, il meccanico ufficiale appone sul mezzo il punzone come simbolo di avvenuta partecipazione al tour sfidante.
“Vespa o Lambretta? Si legge dalla loro pagina facebook. La sfida è (ancora) aperta!
Alla Milano-Taranto non è solo una questione di chilometri… ma anche di filosofia su due ruote!
Da una parte la Vespa n.44 di Felice Lovato, dall’altra la Lambretta n.46 di Fabrizio Beltramini.
Due scuole di pensiero, due stili inconfondibili, un’unica passione: quella per la MI-TA, dove la rivalità si trasforma in amicizia e la strada decide tutto”.
Una Vespa che “vola”, una Lambretta che scorre, da nord a sud, da destra a sinistra, da sinistra a destra su un filo conduttore, quello del tempo che fu, quello del genio, dello stile, della moda e del sogno italiano su due ruote, famoso in tutto il mondo.


