Tra Nord e Sud la spaccatura sulla qualità della vita persiste. Niente di nuovo o quasi. Tra le 107 sono meridionali le città con meno benessere nonostante la presenza di molti punti a favore, tra cui il minore costo della vita
All’ evento di presentazione dell’ indagine sulla qualità della vita del Sole 24 ore, hanno partecipato in diretta Sky i sindaci delle città metropolitane.
Dagli anni 90 l’ iniziativa offre un’ istantanea in continua evoluzione del benessere nelle varie province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
Appare evidente tuttavia e persiste nel tempo il divario tra Nord e Sud, una divisione netta che non accenna ad essere sanata in tutte le edizioni finora analizzate.
Le ultime 22 città classificate continuano ad essere meridionali.
Tra le ultime dieci nello specifico, compare Taranto al 99°posto ( discesa di cinque posti rispetto allo scorso anno) nella classifica delle 107 città. Ma per tutta la regione Puglia la situazione non appare comunque rosea: la prima in classifica è Bari al 67esimo posto (due posizioni in meno rispetto allo scorso anno). Seguono Lecce in 81esima posizione (-9), Barletta Andria Trani 86esima come l’anno scorso, Brindisi 88esima (+1), Foggia 98esima (+1).
I sindaci presenti all’ evento si sono fatti portavoce di una grande emergenza che riguarda però tanto il Sud che il nord anche se per aspetti diversi e che può influire in futuro sulla stessa classifica. Se al nord le tensioni abitative possono manifestarsi per il costo elevato degli affitti soprattutto in zone ad alta domanda, al sud esiste un degrado del patrimonio edilizio e a condizioni abitative peggiori.
Oltre al nodo crociale della sicurezza, in Italia servono politiche per la casa mirate, continuano ad essere pochi gli investimenti in edilizia residenziale mentre gli interventi fiscali a favore dei proprietari possono favorire le fasce più abbienti e danneggiano però soprattutto i giovani.
Lo stesso presidente della Repubblica Mattarella, qualche giorno fa, alla cerimonia di apertura della 42^ Assemblea annuale dell’ANCI ha dichiarato: “Le politiche per la casa, nella duplice segnalazione di un’emergenza per le tensioni abitative che si manifestano e, insieme, di un bisogno fondamentale cui corrispondere per sostenere l’avvio di serie iniziative a sostegno alla natalità, richiedono uno sforzo di programmazione, che interpella, insieme, Comuni, Regioni e Stato. Si tratta di politiche basilari per incoraggiare le nuove famiglie, per favorire i giovani studenti, per includere i lavoratori che giungono, in caso diverso marginalizzati e sospinti nel degrado. E’ una stagione che l’Italia ha già vissuto all’epoca delle migrazioni interne, a cavallo degli anni 60. Integrare chi lavora è un moltiplicatore di sicurezza e di qualità della vita urbana”.


