Di Erasmo Venosi
Agli eredi Agnelli non interessa l’editoria. Non più. I giornali di sinistra, sempre che l’espressione significhi ancora qualcosa, vittime di un pensiero debole. Rivendicativo. Senza alcuna ambizione propositiva
La Exor, società della famiglia Agnelli/Elkan vende per 140 milioni il Gruppo GEDI del quale fanno parte la Stampa , Repubblica, Huffington Post e le radio Deejay , Capital e M2O. E’ solo l’ultima fase delle progressive dismissioni fatte da Elkan dopo Magneti Marelli, PartnerRe, Iveco e trattative per la Juve. Cessioni che hanno portato nella cassaforte di Exor circa 17 miliardi di euro.
Se guardiamo ai numeri (articolo di Nicola Borzi) la pianificazione della distruzione del Gruppo GEDI appare evidente: fatturato cumulato nel decennio che termina lo scorso anno è passato da 759 milioni a 390 e le perdite pari a 270 milioni di euro. Distrutto valore patrimoniale per 455 milioni di euro.
Sempre nel decennio, Repubblica vendeva un 59% in meno di copie e la Stampa il 38%. La politica del taglio dei costi ha assunto toni squallidi, se solo si pensa che si concentravano più giornalisti nelle stanze per risparmiare sugli affitti. In tutta verità la storia di Repubblica, che sarebbe finita male lo si rilevava anni fa leggendo il libro “La Repubblica tradita” di Giovanni Valentini giornalista, scrittore ed ex direttore dell’Espresso, l’Europeo e giornali come il Mattino di Padova e la Tribuna di Treviso. Valentini scriveva che la straordinaria avventura giornalistica ed editoriale che fu la fondazione di Repubblica nel 1976 era caduta nelle mani di casa Agnelli, che nominava un direttore della Stampa di Torino, comunemente chiamata in dialetto piemontese “la busiarda” ovvero “ la bugiarda” direttore di Repubblica : in sequenza Mauro, Calabresi, Verdelli, Molinari, Orfeo.
Agnelli come editori impuri padroni di FIAT, la più grande azienda italiana e uno dei maggiori centri di potere, che ha dettato legge e assorbito risorse ingenti, impossibili da calcolare con precisione perche presso i ministeri i documenti non si trovano. Una stima è stata fatta da un docente della Università di Salerno, Bubbico: tra il 1990 e il 2019 sarebbero complessivamente 4 i miliardi erogati.
Nel 2014 la fusione di Fiat con Chrysler (FCA) e la sede legale diventa Londra e il domicilio fiscale Amsterdam. Il Conte 2 in piena pandemia diede a Fiat una garanzia su prestito di 6,3 miliardi sottoscritto da FCA . Serviva per saldare stipendi e fornitori. Nel 2021 nasce Stellantis, il ceo Tavares prende in un anno quanto 980 metalmeccanici. Infine tra incentivi, cassa integrazione e fondi per contratti, Draghi e Meloni fino allo scorso anno hanno trasferito a Fiat altri 800 milioni di euro. L’occupazione nel gruppo? Diecimila in meno nel triennio. Poi c’è lo sconvolgente dato dei dividenti distribuiti da Stellantis: inizio 2021 e metà 2024 distribuiti 16,4 miliardi di euro e di questi 2,7 miliardi alla holding di Elkan ad Amsterdam.
Come è stata possibile questa parabola discendente? E come interpretare che nei primi 40 anni Repubblica ebbe 2 direttori e 5 nei successivi 10 anni? Gedi è il nome cambiato del Gruppo editoriale l’Espresso con Fiat al 6% entrata nel 2019 e, parte della Exor della famiglia Agnelli.
La vicenda inizia alla morte di Caracciolo azionista, insieme alla CIR di Carlo De Benedetti del Gruppo Editoriale l’Espresso. Nel 2013 De Benedetti regala ai figli le azioni nel campo editoriale e assume la presidenza il figlio Marco quattro anni dopo. I De Benedetti figli avevano un solo obiettivo, vendere tutto il settore della editoria. Nel 2021 vendono l’intero pacchetto di controllo ad Elkan. Costui si sbarazzò subito delle testate locali Secolo XIX, il Piccolo di Trieste, la Nuova Sardegna, la Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, il Messaggero Veneto, la Città di Salerno, il Mattino di Padova, la Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, la Gazzetta di Mantova , la Sentinella del Canavese, Micromega e tre anni fa l’Espresso.
L’ipocrisia di Elkan? Recarsi dai giornalisti della Stampa, mostrare la sua solidarietà dopo gli eventi con i ProPal e alcuni giorni dopo liberarsene con la vendita al gruppo greco del magnate MinosKyriakou, un armatore che ha investito nei media e in paesi come Cipro, Romania, Moldavia, Repubblica Ceca, Polonia, ma anche Australia e Nord America. Partecipa al gruppo anche i sauditi.
Perché rilevano il gruppo Gedi? Vogliono entrare nella Europa dei gruppi di élite? Infine perché Elkan vende? Gedi serviva a coprire mediaticamente la condanna ai servizi sociali dopo il versamento di 183 milioni al fisco per la evasione su un imponibile di un milione di euro alla tassazione.
Le controversie feroci con la madre in tribunale e la questione dei fondi neri dell’Avvocato scoperti all’estero. Gruppo GEDI utilissimo per il capitalismo di relazione e i suoi rapporti con la politica. Gedi infine serviva a coprire attraverso i media la sua fuga dall’Italia. Si è facili profeti ipotizzare dopo aver scontata la condanna ai servizi sociali il suo trasferimento negli USA essendo cittadino americano. Di Repubblica resterà ben poco e Scalfari si rivolterà nella tomba.


