di Maria D’Urso
Natale, come afferma anche la saggezza popolare, è la festività da trascorrere in famiglia. E non è un’illusione credere che, almeno in questi giorni, nel borgo e nelle vie principali si è respiri un’aria diversa
Bisogna avere pazienza a Natale o giù di lì, perché è sempre la solita storia. La città, da silente, viene colpita da un’insolita frenesia: complice il traffico urbano che si intensifica e, per avanzare anche solo qualche metro in più in città, ci vuole la “mano del signore!”. Tuttavia, oltre il finestrino dell’auto, la vista non è poi così male. È da più di qualche mese che non si vedeva una Taranto così animata. Così viva. Al di là delle luci e delle ghirlande che impreziosiscono i negozi e le piazze più importanti, in ogni angolo della strada si ascoltano, ancora, i ritornelli natalizi. Quanta gente che attraversa il borgo. Quanta gente che corre, da una parte all’altra della strada, alla ricerca di qualcosa che forse non ha ancora comprato: dai regali dell’ultimo minuto alle prelibatezze perfette, da assaporare. Proprio come la signora Tonia che, entrando di fretta e furia nel locale, chiede al suo macellaio di fiducia le parti più saporite dell’agnello: “Ti raccomando eh, mio figlio e mia nuora sono scesi da Milano e non posso fare brutta figura!”. Tuttavia, i chili da acquistare non dovrebbero essere più di due, al momento che a tavola saranno in quindici e, volere o volare, Tonia deve rientrare nei costi. Suo marito non ha ricevuto ancora la cassaintegrazione del mese e in previsione di ciò, utilizza i risparmi che ha messo da parte nell’ultimo mese, guadagnati presso le signore le cui case, ormai, conosce meglio della sua.
Ma non è solo l’agnello il protagonista indiscusso dei social network, degli utenti in riva dello Ionio, del #Natale2025. In una Vigilia tarantina che si rispetti, non devono mancare il capitone, la teglia di riso, patate e cozze, le ostriche, gli scampi, i gamberi, le aragoste e il polpo fresco: “Olio, tanto. Letto di cipolla, aglio, patate, pomodori, sale, pepe, prezzemolo, cozze, riso ammollato e ricordate una cosa: l’acqua delle cozze non si butta mai!”. Quest’ultima battuta è l’insegnamento culinario, più importante, che impartisce la cuoca appena ricondivisa da decine e decine di utenti dei profili virtuali dedicati alla città. E mentre chi come lei (madri, nonne e zie)è intenta a cucinare già da un paio di giorni, ecco che i ragazzi tornati da chissà dove, insieme a quelli rimasti, si concedono gli aperitivi su Lungomare. L’importante è stare insieme, affinché tutto venga rispettato nel solco della tradizione. Fa tendenza scattare foto glamour, sorridenti, illuminati dai raggi rossi del sole che, pian piano, inizia a calare sulla rada del Mar Grande. Al di là del Castello Aragonese.
Puglia 2025: quanto è costato quest’anno il Natale?
Secondo quanto dichiarato da Coldiretti Puglia, la spesa media di una famiglia pugliese per imbandire la tavola per le festività natalizie sarebbe di circa 180 euro. L’aumento, rispetto lo scorso anno, si aggira attorno al 13% per la crescita dei costi legata principalmente agli alimenti simbolo della tradizione, come i molluschi, il pesce, il panettone e i prodotti lattiero-caseari. Coldiretti, inoltre, ha stimato che la spesa in questi giorni si sia mantenuta tra 60 e 80 euro, ma c’è anche chi ha superato i 350 euro. In controtendenza, invece, i prezzi dell’olio extravergine di oliva e di alcune verdure risultano in calo rispetto allo scorso dicembre. Per il Natale 2025, la media dei commensali in Puglia, secondo la stessa analisi, si attesterebbe tra gli 8 e 10 persone: il 58% festeggia a casa propria, il 32% da parenti o amici, il 6% opta per ristoranti o agriturismi e il 4% decide all’ultimo momento.
Al di là delle tradizioni e dei social network, cosa conta davvero?
Natale, come afferma anche la saggezza popolare, è la festività da trascorrere in famiglia. E non è un’illusione credere che, almeno in questi giorni, nel borgo e nelle vie principali si è respiri un’aria diversa. Ha smesso perfino di piovere. È positivo pensare che foto social, balli in piazza e apertivi al mare possano essere stati l’antidoto, per qualche ora, a un presente che per certi versi, sembrerebbe ancora bloccato tra tanti sacrifici, dubbi e domande. Cosa porterà questo Natale alla comunità tarantina? Chi scrive non ha, ancora, la presunzione di poter per insegnare qualcosa. Tuttavia, possiede l’età giusta per porsi domande. Ricordare, a esempio, che a tavola fino a qualche anno fa c’erano meno posti vuoti. Che certi odori, sapori, avevano un gusto diverso. Tuttavia, bisogna anche credere che il tempo plasmi nuove realtà e nuove tradizioni. Un grande stoico, qualche secolo fa, affermò che la qualità della vita dipende essenzialmente dalla qualità dei propri pensieri. A ragion del vero, si può provare a pensare, che soprattutto in questi momenti al di là di ogni cosa, il miracolo più importante sia vivere e circondarsi d’amore.


