Usb: “Al momento ci sono distanze sulla bozza del verbale di accordo”
Non si è giunti a sintesi per il rinnovo della cassa integrazione straordinaria per un altro anno per 3.000 dipendenti di Acciaierie d’Italia, ex Ilva, di cui 2.500 a Taranto. La riunione azienda-sindacati, cominciata ieri pomeriggio in collegamento videocall col ministero del Lavoro, si e’ conclusa intorno a mezzanotte senza esito e riprendera’ questa mattina alle 12.30 in aggiornamento. “Al momento ci sono delle distanze sulla bozza del verbale di accordo che proveremo a colmare” spiegano fonti Fiom Cgil. E Franco Rizzo, dell’esecutivo Usb, ha dichiarato ad AGI che nella tarda serata i ieri “abbiamo valutato dei testi, poi passati al vaglio dell’azienda, ma almeno per noi e per la Uilm la vedo dura. La vedo molto complicata firmare perche’ riconoscono solo i ratei di 13esima e null’altro sulla parte economica”. I sindacati hanno infatti chiesto una integrazione al trattamento economico dei cassintegrati. “Non c’e’ nulla di quello che abbiamo chiesto – ha detto Rizzo -, compresa la dichiarazione che non ci sono esuberi strutturali e la conferma che i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria vengono richiamati”.
Quest’ultimi, spiegano i sindacati, sono circa 1.600, sono in cassa integrazione da anni, alle dipendenze della societa’ proprietaria degli impianti dati in fitto ad Acciaierie d’Italia, e l’accordo del settembre 2018 prevedeva che sarebbero stati ricollocati in fabbrica nel 2023, una volta terminata l’attuazione del piano ambientale. Nelle trattative per AdI resta ancora in piedi l’ipotesi di un accordo separato, cioe’ firmato solo da alcune sigle metalmeccaniche, anche se il protrarsi delle trattative anche oltre la scadenza della cassa, vuole evitare la spaccatura. La prima annualita’ della cassa straordinaria in Acciaierie d’Italia e’ terminata ieri. Ha riguardato lo stesso numero di lavoratori per cui viene chiesta adesso e un anno fa al ministero del Lavoro vide il mancato accordo da parte do tutti i sindacati.