L’operazione ha consentito di ricostruire un quadro certo ed aggiornato dello stato dell’intera rete depurativa e di portare alla luce portare criticità e patologie tecnico/gestionali
Nell’ambito dell’intensa e complessa operazione di prevenzione e tutela, conservazione e recupero dell’equilibrio ambientale dell’intera Provincia gli uomini
della Guardia Costiera di Taranto, in stretto coordinamento investigativo con la competente Procura della Repubblica e con il supporto tecnico di ARPA Puglia – DAP, hanno concluso una capillare campagna di monitoraggio della rete depurativa e verifica degli scarichi idrici presenti nell’intera Provincia di Taranto.
L’operazione ha consentito di ricostruire un quadro certo ed aggiornato dello stato dell’intera rete depurativa attraverso mirate e complesse verifiche delle autorizzazioni in essere afferente agli scarichi e il correlato ciclo dei rifiuti, per poi procedere al controllo dell’esistente impiantistica asservita e
all’esecuzione – con il supporto tecnico di Arpa – dei necessari campionamenti alle acque di scarico sottoposti a relative analisi presso il laboratorio di Arpa
Puglia.
Nell’ambito dei controlli ai depuratori urbani, quindi, pur avendo accertato complessivamente la buona qualità delle acque, sono stati elevati 2 verbali amministrativi, con sanzione pecuniaria da € 6.000 a € 60.000 nei confronti del gestore del servizio idrico integrato, per il possesso di autorizzazione allo scarico scaduta presso i depuratori di Manduria e di Taranto – Gennarini.
Nel corso dell’operazione sono stati ispezionati 11 autolavaggi, portando alla contestazione di un verbale amministrativo con sanzione pecuniaria
da €6.000 a €60.000 nei confronti di una società per mancanza di autorizzazione allo scarico e al sequestro penale di uno dei maggiori impianti nel territorio di Taranto poi convalidato dal GIP di Taranto per mancanza di autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali e per il deposito incontrollato di rifiuti pericolosi.
Sono stati, infine, ispezionati vari immobili ricadenti sul pubblico demanio marittimo, al termine dei quali sono stati elevati due verbali amministrativi nei confronti di altrettanti soggetti per la mancanza di autorizzazione allo scarico.
Ulteriori verifiche sono state condotte presso numerosi cantieri navali, e pescherie, nonché presso tutti gli scarichi del Porto di Taranto e del Mar Piccolo di Taranto e tutti gli scarichi censiti della città di Taranto in gestione alla società Acquedotto Pugliese S.p.A.
In sintesi, al termine dell’operazione di che trattasi, protrattasi per mesi, sono stati effettuati complessivamente 580 controlli su scarichi idrici, attraverso cui
si è potuto ricostruire una mappatura su base provinciale della generalità degli scarichi, che ha consentito di portare alla luce criticità e patologie tecnico/gestionali che hanno formato oggetto di specifica contestazione.
Questi, in sintesi, i dati riepilogativi dei siti ispezionati nel corso dell’operazione:
- n. 26 depuratori urbani (Palagiano, San Giorgio Jonico, Faggiano, Avetrana,
Maruggio, Manduria, Laterza, Ginosa, Crispiano, Torricella, Pulsano, Lizzano, Montemesola, Monteiasi, Massafra, Mottola, Taranto-Gennarini, TarantoBellavista, Castellaneta Marina, Ginosa Marina, Palagianello, Castellaneta,
Scansano Jonico, Policoro, Nova Siri, Metaponto): - n. 11 autolavaggi (Taranto, Maruggio, Sava, Manduria, Policoro);
- n. 4 cantieri navali (“Greco” – Taranto, “Quintano” – Taranto, “Cavallo” – Policoro, “Argonauti” – Policoro);
- n. 4 immobili sul demanio marittimo (Maruggio, Torricella);
- n. 13 pescherie (Taranto, Manduria, Policoro);
- ripetuti controlli agli scarichi del porto di Taranto, del Mar Piccolo e agli scarichi censiti della città di Taranto in gestione ad AQP.