L’uomo, già condannato a 14 anni di carcere, apparteneva ad un sodalizio criminale dedito a spaccio e riciclaggio
La Polizia di Stato ha confiscato beni già sottoposti a sequestro nei confronti di due noti soggetti sottoposti anche alla sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza.
E’ di circa 400mila euro il valore del sequestro tra conto corrente, depositi postali, autovetture, motocicli ed un’ingente somma di denaro di circa 150mila euro, rinvenuta nella disponibilità di uno dei destinatari del provvedimento, un pregiudicato tarantino di 46 anni, appartenente ad un sodalizio criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed altri gravi reati, attualmente detenuto in carcere.
Il provvedimento si fonda su una misura di prevenzione personale e patrimoniale richiesta e ottenuta già in primo grado a seguito della proposta presentata congiuntamente dal Questore di Taranto Dr. Gambino e dal Procuratore della Repubblica di Lecce Dr. Leonardo Leone De Castris, a conclusione di un’articolata attività investigativa, dalla quale è emerso un profilo criminale altamente pericoloso, con un’attitudine a delinquere dimostrata sin da giovane età e che la maturità ha reso più spregiudicato e strutturato.
A febbraio 2023, all’uomo era già stata comminata dal Tribunale di Lecce la sorveglianza speciale di P.S. per 5 anni, con obbligo di risiedere nel comune di residenza e l’inserimento del 46enne nelle categorie di soggetti ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, rilevati dalle indagini a suo carico. Infine, a giugno, è stato condannato dal Tribunale di Lecce alla pena di 14 anni a seguito dell’arresto effettuato dalla locale Squadra Mobile.
Le indagini patrimoniali, svolte dalla Divisione Anticrimine della Questura in stretta collaborazione con lo S.C.A. (Servizio Centrale Anticrimine) di Roma focalizzate relativamente ad un periodo compreso tra il 2009 e il 2021, hanno rilevato la presunta sproporzione dei beni nella disponibilità dell’uomo rispetto alla capacità reddituale dello stesso e del relativo nucleo familiare.
Alcuni componenti del nucleo familiare, inoltre, collaborando nelle attività illecite, avrebbero provveduto ad occultare ingenti somme di danaro al fine di eludere eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine.
Il patrimonio oggetto di confisca, riconducibile a due soggetti a cui è stata notificata dalla Divisione Anticrimine anche ai terzi interessati, passano definitivamente nelle mani dello Stato e saranno amministrati dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità.