I militari della Capitaneria di Porto, allertati da una segnalazione, sono intervenuti in Viale del Tramonto, rinvenendo i cetrioli di mare ancora vivi in due ceste nascoste sul fondale
Una segnalazione giunta nella mattinata di ieri, 12 settembre, indicante sospetti movimenti di subacquei nei pressi di Viale del Tramonto (Taranto), ha permesso d sequestrare un quintale e mezzo di “cetrioli di mare”, una specie protetta in Italia già a partire dal 2018.
Gli esemplari, risultanti ancora in vita sono stati poi reimmessi nel loro habitat naturale.
I militari della Capitaneria di Porto, a seguito della segnalazione, hanno ispezionato il basso fondale, rinvenendo due ceste colme di cetrioli di mare nascoste tra la posidonia: gli esemplari sarebbero sicuramente stati recuperati dai pescatori con il favore dell’oscurità notturna.
Le ragioni del divieto della pesca delle oloturie sono da ricercare nell’incremento esponenziale della relativa cattura negli ultimi anni, per la successiva esportazione verso i paesi orientali dove rappresentano un alimento “di lusso” nella cucina tradizionale, con utilizzi anche nel settore farmaceutico e cosmetico.
Le oloturie seccate sul mercato asiatico, infatti, alimentano un ingente giro d’affari, in quanto vendute tra i 10 ed i 600 $/Kg, con punte di 3.000 $/Kg, a seconda delle specie.
Quel che più interessa alla collettività invece risiede nel fatto che i “cetrioli di mare” svolgono una funzione di biorimediatori naturali, capaci di assimilare e abbattere i batteri, compresi quelli potenzialmente patogeni, e di fornire ai tratti di mare rivieraschi un naturale servizio di depurazione degli inquinanti microbici.
Per questo motivo la Capitaneria di Porto proseguirà l’attività di tutela del patrimonio ittico e ambientale marino.


