Dal 21 gennaio al 25 marzo, all’Auditorium TaTÀ, sette spettacoli (e un’anteprima tout public) di buon teatro, di bravi interpreti, di nuova consapevolezza
Dodicesima stagione di “Periferie”, un ventaglio di sette spettacoli, scelti nel panorama nazionale perché offrono del buon teatro, talvolta esperienze di nuovi linguaggi, tra l’altro fanno conoscere bravi attori e brave attrici, oppure presentano scritture e drammaturgie che dipanano diversamente situazioni simili. Sette spettacoli che condividono l’obiettivo di coinvolgere gli spettatori, facendo appello alle loro emozioni, ai loro vissuti quotidiani, ai loro sorrisi e alle loro preoccupazioni, perché il teatro deve essere occasione di nuova consapevolezza. Anche sette occasioni per il pubblico di incontrare e chiacchierare con gli artisti. Insomma, il sabato sera all’Auditorium TaTÀ di Taranto si va per trascorrere una serata interessante, tra amici, per questo merita cominciare con una festa d’amore sì, ma che sconcerta.
Circo contemporaneo, teatro e musica: il 21 gennaio è anteprima di stagione, e si fa festa, con le acrobazie musicali di Ferdinando D’Andria e Maila Sparapani in “Sconcerto d’amore”. Una coppia di artisti, eternamente in disaccordo, diventano musicisti dell’impossibile, trasformando la struttura autoportante, dove sono appesi trapezio e tessuti aerei, in un’imprevedibile orchestra di strumenti.Spettacolo tout public.
Apre la stagione, il 28 gennaio, Factory Compagnia Transadriatica con “La bisbetica domata” di William Shakespeare, regia Tonio De Nitto. Caterina l’inadeguata, la non allineata è la pazza del villaggio. Dietro di lei, spigolosa ma pura e vera, un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di capricci lontani dall’amore, di burattinai e burattini non destinati a vivere l’amore, ma a contrattualizzarlo. E Caterina non ci sta.
A seguire, il 4 febbraio, uno spettacolo di Lucia Calamaro “Darwin inconsolabile”, per Sardegna Teatro, CSS Udine, Teatro di Roma. Sottotitolato “un pezzo per anime in pena”, ovvero una madre anziana, che si finge morta per ricevere un po’ di attenzione da questi figli, così occupati, così distratti, così disamorati, aggressivi in quanto assenti. Simula la morte. Potrebbe esser un monito, un richiamo, un avvertimento, una metafora. Forse.
In scena, il 18 febbraio, Elena Bucci e Marco Sgrosso con “Delirio a due”, l’anticommedia di Eugène Ionesco, per Le belle bandiere, TPE Teatro Piemonte Europa e Centro Teatrale Bresciano. Lui e Lei si cercano continuamente, ma sono incapaci di una comunicazione autentica che non passi attraverso la colpevolizzazione dell’altro. I loro ridicoli battibecchi, gli sciocchi trabocchetti per mettersi in difficoltà, le menzogne e gli inganni sono accompagnati dal controcanto ossessivo di un crollo universale.
Palcoscenico, il 25 febbraio, per il fresco premio Ubu 2022 Mario Perrotta con “Dei figli”, consulenza alla drammaturgia Massimo Recalcati, per Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione Sipario Toscana, La Piccionaia, Permàr. Concludendo la trilogia “In nome del padre, della madre, dei figli”, Perrotta prova a ragionare su quella strana generazione allargata di “giovani” tra i 18 e i 45 anni che non ha intenzione di dimettersi dal ruolo di figlio. Non tutti, per fortuna, e non in ogni parte del mondo. Ma in Italia sì, e sono tanti…
Arriva, il 4 marzo, Paola Dimitri con lo spettacolo documentario “Vita Amore Morte e Rivoluzione”, creazione cinematografica di Davide Crudetti, per Cranpi. Muovendosi in una cartografia intima fatta di ricordi, filmini di famiglia e vecchie fotografie, Di Mitri ricostruisce la sua storia familiare per trovare risposta ad una ferita personale che si sovrappone e si perde nelle cartografie di chi abita oggi Taranto. La sua città dell’infanzia e delle feste. La città cancellata e riscritta più volte in Italia.
In programma, il 18 marzo, Giuliana Messo con “$exmachine”, regia Massimo Somaglino, per La Corte Ospitale. Affresco di una società contemporanea vista da una particolare angolazione, quella del sesso a pagamento. Un’attrice ed un musicista (Gianluigi Meggiorin) danno voce ed anima a sei personaggi che, visti in sequenza, formano un quadro di contemporanea umanità, complessa, multiforme, ridicola, sincera. In estrema sintesi, “un popolo di santi, poeti, navigatori e puttanieri”, per dirla con il sottotitolo dello spettacolo, al ventesimo anniversario dal suo debutto.
Chiude la rassegna, il 25 marzo, Meridiani Perduti Teatro con “Stoc ddò – Io sto qua” di e con Sara Bevilacqua, drammaturgia Osvaldo Capraro. Michele Fazio non ha ancora compiuto sedici anni quando viene colpito per errore durante un regolamento di conti tra clan rivali. La vita di Lella, da quella sera, muta radicalmente. Da dove, Lella, ha tratto la forza per combattere una guerra che non l’ha mai vista abbassare lo sguardo? Soprattutto dal dialogo mai interrotto con il figlio Michele, il garzone allegro, l’angelo di Bari Vecchia.
Sipario ore 21. Serata anteprima stagione 10 euro. Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro (under 30 e over 65). Abbonamento a 7 spettacoli 70 euro. Info e prenotazioni ai numeri 099.4725780 – 366.3473430 (anche whatsapp). Tutti i dettagli su teatrocrest.it.
Il cartellone “Periferie” – dodicesima edizione – è realizzato dal Crest. Con il sostegno di Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto.