di Rosa Elenia Stravato
Tra echi e nuove tendenze, la Mostra si conferma specchio del panorama internazionale grazie a una giuria prestigiosa e a un palmarès che fotografa il presente
Il cinema non è mai solo racconto: è una lente, a volte trasparente, altre deformante, capace di restituire la realtà nelle sue infinite pieghe. Non riproduce il mondo così com’è, ma lo ricrea, lo rilancia, lo amplifica e la kermesse di Venezia ce lo ricorda fortemente. Lo ricorda in un momento in cui è decisivo parlare del mondo con occhi franchi e luminosi. La Mostra del Cinema di Venezia, giunta all’82ª edizione, si è rivelata ancora una volta come luogo privilegiato in cui il cinema mondiale si riflette e si rigenera, tra echi di tradizione e nuovi linguaggi. L’evento ha preso vita nella suggestiva cornice del Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre 2025. Non solo vetrina di opere d’autore, ma anche termometro delle tendenze globali, la kermesse ha offerto un palmarès che dona l’immagine composita dello scenario cinematografico contemporaneo.
Le sezioni interessate dal premio sono state: Venezia 82, Fuori Concorso, Orizzonti, Venezia Spotlight, Biennale College Cinema, Venezia Classici, Venice Immersive. A cui sono state affiancate le sezioni autonome che hanno dato luogo alla Settimana Internazionale della Critica e le Giornate degli Autori.
La giuria, presieduta da Alexander Payne, composta da Stéphane Brizé, Maura Delpero, Cristian Mungiu, Mohammad Rasoulof, Fernanda Torres e Zhao Tao, ha decretato la vittoria di Father Mother Sister Brother, premiato con il Leone d’Oro come miglior film.
Il Gran Premio della Giuria è andato a The Voice of Hind Rajab di Kaouther Ben Hania, mentre Benny Safdie ha ricevuto il riconoscimento per la miglior regia con The Smashing Machine. Le Coppe Volpi hanno celebrato due interpreti intensi e diversissimi: Xin Zhilei per The Sun Rises on Us All e Toni Servillo per La Grazia di Paolo Sorrentino. Il premio per la miglior sceneggiatura è stato assegnato a À pied d’œuvre, mentre la giuria ha voluto riservare un riconoscimento speciale a Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi. A Luna Wedler è andato il Premio Mastroianni per Silent Friend, mentre la sezione Orizzonti ha visto trionfare Benedetta Porcaroli e Tizza Covi.
Questa edizione è stata anche l’occasione per rendere al meglio omaggio allo stilista Giorgio Armani, la cui influenza ha popolato il red carpet, infatti, numerose celebrità hanno indossato le creazioni dello stilista. Il sodalizio tra Giorgio Armani e il cinema è di lunga storia. Lo stilista ha firmato costumi per pellicole entrate nella storia, tra cui American Gigolo, The Untouchables, Gattaca, The Social Network e The Wolf of Wall Street. Non è un caso, infatti, che per l’ottavo anno consecutivo, Armani Beauty è stato l’ Official Beauty Sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
Così il cinema, come un grande prisma, non riflette una sola immagine del mondo, ma lo moltiplica in mille sfaccettature: politiche, intime, poetiche. Ci mostra l’ombra e la luce, la fragilità e la potenza, la banalità e l’epica che convivono nella stessa esistenza. Guardare un film significa, in fondo, ritrovare una parte di sé in un volto lontano, in una storia che non ci appartiene ma che pure ci riguarda. Ed è in questo paradosso che si staglia la sua magia: il cinema rende universale ciò che è individuale e rende personale ciò che è universale. Un’arte che non smette mai di essere specchio, confessione e profezia del nostro tempo. Un mosaico di storie, stili e culture che conferma Venezia come crocevia di linguaggi, specchio del presente e, soprattutto, incubatore di ciò che il cinema mondiale sarà. L’appuntamento per la prossima edizione sta già scrivendo la sua storia.