Si moltiplicano gli attacchi, autorevoli e non, al turismo pugliese: alcuni casi diventano pretesti per generalizzazioni che dipingono la nostra Regione come “inaccessibile meta per ricchi” e rischiano di condannare un’offerta contenuta e di qualità, che fa la differenza
La Puglia è sotto attacco.
“L’ira dei turisti su TripAdvisor: Puglia cara come mai prima d’ora. Un caffè 4 euro”, “Puglia, i prezzi choc: una giornata al mare fino a 500 euro a famiglia. E i turisti scappano”, “Estate 2023, prezzi alle stelle: la spiaggia più cara in Puglia con 1.000 euro al giorno“, “Puglia, prezzi choc nelle spiagge: una frisella 16 euro, una puccia 26 euro. Così i turisti vengono spennati”.
Sono solo alcuni dei titoli di articoli autorevoli che è possibile trovare in rete a proposito del costo delle vacanze estive in Puglia.
Una vera e propria guerra mediatica condotta dall’inizio dell’estate, che conta tra le fila dei combattenti anche associazioni dei consumatori, testate giornalistiche e clienti insoddisfatti.
Ora, nell’era dell’informazione usa e getta, in cui ci si sofferma maggiormente (o solamente) sulle poche parole scritte col carattere più grande che non sul contenuto vero e proprio, sparare titoloni ad effetto e generalizzare su un’intera regione appare non solo scorretto ma potenzialmente pericoloso.
Al punto che, come riportato da L’Immediato.net, è intervenuto il Sindacato Italiano Balneari, il cui presidente nazionale, Antonio Capacchione, ha affermato: “Finiamola di dire che la Puglia è cara rispetto ad altre regioni: le tariffe sono sostanzialmente le stesse degli anni scorsi, con un aumento nell’ordine del 10 per cento. Ovviamente si va da quelle strutture che hanno prezzi esagerati a strutture dove anche in questo periodo si applicano prezzi accessibili a tutti”. Lo stesso Capacchione ha definito “fondato il sospetto avanzato in questi giorni sull’eventuale attacco al turismo pugliese, che negli ultimi anni ha registrato una escalation straordinaria”.
L’ultimo assalto giunge proprio oggi, nel giorno di Ferragosto: “Gli stabilimenti balneari pugliesi vietano di portarsi il cibo da casa“.
La testata in questione riporta che il Codacons avrebbe preso le parti di non pochi consumatori a cui i gestori di alcuni stabilimenti balneari della Puglia avrebbero vietato di portarsi da mangiare da casa.
L’autore dell’articolo afferma che “in buona parte degli stabilimenti pugliesi il pranzo al sacco non è consentito“, sottolineando che “ad onor del vero non si tratta di una novità per le spiagge della Puglia”, bensì di una vera e propria “consuetudine che, negli anni, si è rafforzata a tal punto da divenire un caso”, spingendo la Regione a “chiarire che non c’è alcun obbligo di uso del punto ristoro del lido nè divieto di introdurre bevande e/o cibi“.
Una testimonianza che si inserisce nel filone caro-spiagge in cui, almeno da giugno scorso, si continua ad affermare che le spiagge private pugliesi presenterebbero costi inaccessibili.
In effetti, da Marina di Lizzano a Campomarino di Maruggio, da San Pietro in Bevagna a Castellaneta Marina, solo per citare alcuni dei casi che abbiamo analizzato nel Tarantino, nulla fa pensare a prezzi impossibili: abbiamo, invece, riscontrato la possibilità di trascorrere un’intera giornata a mare, per una famiglia di due adulti e due bambini, spendendo prezzi che vanno dai 18 ai 30 euro. Solo in un caso ci è stato comunicato telefonicamente che non si accettano bevande e cibo dall’esterno: in tutti gli altri, numerosi, lidi contattati è stato possibile mangiare sotto l’ombrellone con quanto preparato a casa o addirittura usufruire gratuitamente dell’area pic-nic. Oppure optare per una frittura di pesce eseguita a regola d’arte e gustata fronte mare per 15 euro.
A Castellaneta Marina, menzione d’onore, il Comune mette addirittura a disposizione un servizio gratuito di parcheggio e navetta, valido fino alle 18:30, con una frequenza di corse ogni 30 minuti e tanta gentilezza.
Le gelaterie artigianali di Cisternino, Locorotondo, Martina Franca, Alberobello e tante altre mete caratteristiche della nostra terra hanno prezzi che partono dai 2.50/3 euro per una coppetta piccola. Il caffè a Grottaglie continua a costare fino ad un massimo di 1,20 euro, uso del bagno incluso. Spessissimo è possibile accomodarsi sui tavolini all’esterno o all’interno del locale senza pagare alcun coperto. A Monopoli è ancora possibile gustare un panzerotto appena fritto al prezzo contenuto che dovrebbe avere lo street food, ma con una bontà degna delle cucine gourmet.
Sono solo alcuni esempi, che portano alla luce un’offerta turistica di qualità e dai prezzi contenuti, fatta di strutture che lottano per sopravvivere ma non rinunciano alla cordialità, alla pulizia, a dare importanza alle materie prime, sforzandosi di fare i conti ogni giorno con le difficoltà causate da inflazione, caro energia e rincaro dei beni alimentari.
Comuni e privati che investono sull’abbellimento delle stradine interne e dei locali, sulla realizzazione (e manutenzione) di angoli caratteristici, consci del potere immenso che ha un selfie su Instagram nell’orientare i flussi turistici.
Per non parlare dei tanti monumenti visitabili con libera offerta o a poco prezzo, delle chiese quasi sempre aperte, delle feste di paese che spesso offrono spettacoli di musica a costo ridotto o addirittura gratis, delle innumerevoli degustazioni con cui è possibile mangiare piatti tipici senza spendere una fortuna e senza scendere a compromessi con il gusto e la qualità.
Esiste, insomma, quella diversificazione che permette a ciascuno di costruirsi e godere dell’esperienza a misura dei suoi gusti e delle sue tasche: dal resort di lusso al B&B economico ma dignitosissimo, dallo stabilimento in cui spendere mille euro per una sola giornata al lido in cui accedere con 28 euro e pranzo al sacco.
Allora perchè ostinarsi in un attacco continuo ad una regione che fa del turismo il 14% del Pil? Perchè inneggiare a mete estere pur di sottrarre visitatori e crescita economica a chi spesso deve combattere contro molteplici criticità?
La Puglia, è bene ribadirlo una volta per tutte, non è solo meta di vip e yacht, ma anche di tante famiglie che lottano per arrivare alla fine del mese. E’ terra anche di tutti quei ristoratori, gestori di lidi, dipendenti, guide turistiche, baristi e operatori del settore che, ogni giorno, scelgono di sfoderare sorrisi e cortesie per offrire al turista l’esperienza migliore della sua estate.
Il mare, ça va sans dire, è stupendo. L’accoglienza, proverbiale. Il resto? A scelta di chi decide di trascorrere qui la sua vacanza.
E allora, come afferma ironicamente l’ormai celebre e omonima pagina Facebook, non ci resta che dirvi: “No, non venite in Puglia!”.
Soprattutto quando queste generalizzazioni non corrispondono al vero?