L’11 novembre, il museo di Taranto celebra la giornata con un evento dedicato alla viticoltura nell’antichità
Dioniso è il dio dalle mille identità, simbolo di scompiglio e liberazione attraverso la follia. La sua natura complessa e contraddittoria è rappresentata metaforicamente da due piante con foglie lobate: la vite e l’edera.
Sarà proprio Dioniso a guidare i visitatori lungo il percorso tematico “In vino veritas. Produzione e consumo del vino nei reperti del MArTA“, in programma lunedì 11 novembre alle 17:30.
“Festeggiamo così il giorno di San Martino – afferma la direttrice del MArTA, Stella Falzone – con il tepore delle sue giornate protette dal mantello del vescovo di Tours, santo così venerato in tutta la Puglia, anche per gli aspetti devozionali legati alla raccolta dell’uva e alla produzione del vino”.
L’uva e il vino erano risorse economiche fondamentali anche in Magna Grecia. A partire dall’VIII secolo a.C., tra gli aristocratici greci si affermò l’usanza di dedicare momenti specifici al consumo del vino, dando vita al simposio, uno dei contesti sociali più significativi dell’antichità.
In età classica ed ellenistica, la viticoltura in Magna Grecia era fiorente. Gli storici antichi menzionano vitigni come il biblia e vini come l’aminaios e il lagaritonos. Il vino prodotto a Taranto è descritto da Ateneo come “leggero, privo di violenza e forza, dolce e facilmente digeribile”.
Tracce della viticoltura tarantina sono state rinvenute attraverso segni di coltivazione, come nel caso di via Campania e Torre Montello, oltre al ritrovamento di semi di vite carbonizzati o mineralizzati in contesti archeologici.
La visita tematica, della durata di circa un’ora e mezza, è rivolta agli adulti fino a esaurimento posti. L’attività è inclusa nel costo d’ingresso al MArTA di 10 euro (gratuito per i bambini e per le gratuità previste dalla legge). La prenotazione è obbligatoria e deve essere effettuata al numero 099.4532112.