Questa mattina il sit-in e la conferenza stampa degli imprenditori associati ad A.I.G.I. davanti alla Prefettura di Taranto, per portare all’attenzione locale e nazionale le criticità che affliggono gli asset strategici dell’economia locale
Si è svolto questa mattina, davanti alla Prefettura di Taranto, il sit-in di protesta degli imprenditori associati ad A.I.G.I., che hanno voluto portare all’attenzione nazionale e locale le criticità che affliggono gli asset strategici su cui si basa l’economia locale, ovvero Porto, Acciaierie d’Italia e Arsenale della Marina Militare.
Le motivazioni della protesta e le richieste degli imprenditori sono state approfondite nella successiva conferenza stampa; di seguito le dichiarazioni del presidente di A.I.G.I., ing, Fabio Greco.
“Acciaierie d’Italia, Arsenale della Marina Militare, Porto e Leonardo e tutte le altre grandi committenze rappresentano gli asset strategici sui quali si regge l’impianto economico della città di Taranto.
È in gioco l’economia di un intero territorio che storicamente si regge su questi asset ritenuti strategici e che a ruota rischiano di trascinare al tracollo tutta la città.
L’ex ILVA rappresenta sicuramente la risorsa più importante del territorio ma anche la “Madre di tutte le Problematiche” inerenti l’economia della provincia e non solo; da essa dipendono gran parte dei traffici portuali, l’economia del commercio cittadino etc. È positivo che si cerchino alternative di economia slegata all’acciaio, ma bisogna essere sinceri: l’acciaio è nel DNA di Taranto e non può essere sostituito da altro, almeno per i prossimi 10 anni.
Siamo stanchi di aspettare una svolta che tarda ad arrivare, stanchi di numerosi start & stop su progetti che vengono sbandierati come risolutivi e ritirati dopo pochi mesi. Siamo imprenditori, abbiamo bisogno di un obiettivo chiaro, definito, preciso per orientare i nostri investimenti.
Che sia DRI, idrogeno, o altro, serve un piano industriale definitivo, ora! La diatriba Stato-Privato non è di nostra competenza, non spetta alle aziende sindacare sugli assetti societari. A noi interessa la ripresa della produzione e che essa sia ecocompatibile. Ci rivolgiamo indistintamente tanto al socio pubblico che al socio privato perché entrambi responsabili della gestione e del futuro dello stabilimento. Apprendiamo dalla stampa che il progetto DRI già finanziato con i soldi del PNRR è a rischio. Mentre paradossalmente, ci giunge notizia che la società DRI sarebbe stata nelle condizioni di iniziare i lavori già dal prossimo settembre coinvolgendo, tra gli altri, l’economia e la struttura imprenditoriale del territorio. Ma dove sono i bandi? Essendo imprenditori che devono guardare al futuro, pur tra mille difficoltà indipendenti dalle nostre responsabilità, abbiamo già sintonizzato le nostre scelte imprenditoriali ed i nostri investimenti su notizie che ci sono state date fin dal 2019 (Idrogeno, DRI etc.) quindi le nostre richieste di capire cosa avverrà sul territorio per quanto riguarda gli investimenti industriali sono assolutamente legittime e vitali per le nostre imprese ed i nostri collaboratori.
Chiediamo, quindi, delucidazioni sui motivi tecnici per i quali si vogliono spostare i fondi (1 miliardo di € già nella disponibilità della società DRI) dal PNRR al Fondo di Coesione mettendo a rischio tempi e certezza di esecuzione. Vogliamo sapere perché non si riesce a produrre nei limiti dei 6 milioni di tonnellate concessi dalle attuali prescrizioni. Vogliamo sapere in generale come gli interventi sullo stabilimento siderurgico coinvolgeranno la comunità imprenditoriale locale, perché non bisogna dimenticare che questo stabilimento, nel bene e nel male si trova sul NOSTRO territorio.
Le aziende dell’indotto sono complementari alle grandi industrie con le quali formano il cluster del territorio e il territorio deve salvarsi tutto insieme, nessuno escluso! Attendiamo ancora risposte circa il ristoro dei crediti vantati dalle nostre aziende pari a 150 milioni di € relativi all’amministrazione straordinaria del 2015. Non siamo stati noi a definire questo stabilimento STRATEGICO PER L’ECONOMIA NAZIONALE.
La crisi dell’ex Ilva a cascata si riverbera inevitabilmente su tutti gli altri asset strategici del territorio. Un esempio eclatante è il PORTO. Da sempre il nostro scalo portuale rappresenta la più grande delle aspettative economiche del territorio. Tuttavia i verbi vengono coniugati al futuro esclusivamente in termini di potenziale ed ipotesi, perché lo status attuale recita indici di profondissima crisi: numerica, commerciale ed economica. NUMERI DA PROFONDO ROSSO.
A.I.G.I. tramite la sua sezione Naval, sta seguendo anche con molta attenzione le scelte operative, tecniche, e contrattuali, a livello centrale operate dal Ministero della Difesa per quel che riguarda l’ARSENALE della Marina Militare. Il Ministero della Difesa ha già affidato a Fincantieri e Orizzonte Sistemi Navali, l’Assistenza e la Manutenzione post-vendita per le Navi Classe Orizzonte; Navi Classe FREMM, Nave CAVOUR e per i nuovi Sommergibili Classe Todaro, rendendo le stesse in posizione predominante. Stessa sorte certamente subiranno tutte le nuove Navi in costruzione e facenti parte della cosiddetta Legge Navale. L’Assistenza e la Manutenzione sarà affidata a Fincantieri fino a fine vita delle Navi. Nel giro di 2/3 anni, la Manutenzione di tutte le Navi e Sommergibili della Marina Militare Italiana, sarà affidata esclusivamente alla Casa Costruttrice. Siamo certi, come già siamo stati rassicurati, vedasi l’episodio di nave Cavour destinata a Palermo per la quale è previsto un imminente ritorno a Taranto per il completamento dei lavori, che la storica professionalità delle nostre aziende del settore sarà tenuta in debito conto, nel rispetto delle regole, al momento opportuno.
La Casa costruttrice si affiderà sicuramente all’indotto Navalmeccanico di Taranto che in quanto a professionalità non è secondo a nessuno. Fincantieri e Orizzonte Sistemi Navali, a seguito dei precedenti ottimi rapporti, certamente valuteranno positivamente le Aziende locali, prevedendo prezzi adeguati alle normative di Legge, nonché Aziende certificate e che possano garantire lo stesso livello di rendiconto qualitativo che normalmente viene richiesto a fronte dei bandi di gara che il Ministero della Difesa elabora per aggiudicare lavori sul proprio naviglio. Le Aziende locali rappresentano la certezza di sviluppo ed occupazione e per questo A.I.G.I. chiede l’apertura di un tavolo tecnico al fine di poter affrontare queste problematiche.
Invitiamo, dunque, i rappresentanti del Governo e le Istituzione tutte che hanno a cuore le sorti del territorio, ad un confronto costruttivo e risolutivo sui temi sopra esposti che abbia come scopo la presa in carico di impegni precisi per la risoluzione dei problemi sui quali, nei mesi scorsi, abbiamo avanzato una serie di proposte tecniche che potrebbero alleviare le attuali difficoltà delle nostre imprese sulle quali non abbiamo ottenuto risposte e che potrebbero determinare gravi ripercussioni sul fronte occupazionale. Per questo non si escludono ulteriori iniziative di protesta già a partire dalla prossima settimana. Nel frattempo, Aigi promuoverà un tavolo di confronto con tutte le associazioni di categoria maggiormente rappresentative del territorio per individuare una strategia comune e condivisa.
La sabbia nella clessidra della pazienza è ormai esaurita!
Taranto merita di essere risarcita. Non con progetti che restano solo sulla carta”.