Dopo trent’anni, trascorsi invano, stiamo ancora parlando di piattaforma logistica e agroalimentare. Tempi biblici. I dieci milioni di euro, stanziati nel 1994 dal Governo Ciampi, serviranno per completare i lavori al capannone individuato a Castellaneta
Agro-Mad in luogo di Agromed. L’agro-alimentare pazzo. Folle. Matto. Cambia una vocale e il significato si trasforma. Neanche più di tanto alla fine. Potere dell’inglese e del suo idioma omofonico. Perché la storia della piattaforma logistica più preannunciata – e inconcludente – d’Europa un po’ ricorda il concetto di follia. E’ o non è folle il fatto che se ne parli da oltre trent’anni, senza che sia realmente concluso qualcosa in tutto questo tempo? E’ o non è folle la circostanza che, con delibera CIPE, il Governo Ciampi, assegnò nel 1994 del secolo scorso 10 milioni di euro perché un polo logistico integrato potesse svilupparsi (non sviluppandosi) nel Porto di Taranto? E’ o non è folle la possibilità che un intervento del genere si decida di realizzarlo a Castellaneta, in un capannone, invece che nelle aree retro portuali come avviene in tutti gli scali marittimi del pianeta? E’ o non è folle l’evidenza che un Porto morente, come quello di Taranto, non sfrutti processi produttivi differenti rispetto alla crisi economica-giudiziaria dell’industria siderurgica?
Adesso, si fa per dire, dopo che RINA, l’ente di certificazione, ha validato il progetto si dovrebbe conoscere qual è il Piano Industriale della società pubblica partecipata dalla locale Camera di Commercio. Secondo alcune indiscrezioni, da noi raccolte, per metà settembre prossimo si convocherà una conferenza stampa con la quale fare il punto della situazione. I dieci milioni conservati in una banca locale serviranno a completare gli interventi sul capannone, a realizzare gli impianti elettrici. Lavori che porteranno via almeno un altro paio di anni. L’area, tra capannone e spazi esterni, copre una superficie di circa 30.000 mq. La forza-lavoro prevista è di 30 unità. Resta il nodo della logistica: i prodotti agroalimentari lavorati – e imballati – devono poter raggiungere il porto o l’aeroporto di Grottaglie prima di essere spediti verso i mercati del Nord Italia e del Nord Europa. Una follia logica e di costi finanziari.
Ma questi siamo, questa è la nostra classe dirigente, e con questi dobbiamo fare i conti. A tutti i livelli. Nell’accezione ampia di agroalimentare rientrano anche i prodotti della zootecnia. Le diverse imprese, che specie nel versante occidentale della nostra provincia operano sulla trasformazione del latte. Un tessuto economico ricco di esperienza, di opportunità, abbandonato colpevolmente al proprio destino da scellerate politiche di settore. E’ Agromed, bellezza! Il Magromed nostrano. Rimpicciolito dalla follia umana.