Il presidente Fabio Greco chiede di apportare delle integrazioni al decreto legge a tutela dell’indotto, nel caso in cui l’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva di Taranto non possa essere evitata
Questa mattina l’audizione in Commissione Industria del Senato di Fabio Greco, presidente di AIGI, che rappresenta più di 100 imprese, 2 Consorzi di Autotrasporto e 1 Consorzio Portuale.
” L’Ex Ilva rappresenta senza dubbio “La Madre di tutte le Vertenze” inerenti all’economia del territorio ionico – ha dichiarato Greco – dalla soluzione di tale vertenza dipendono la sopravvivenza di gran parte dei traffici portuali, dell’economia, del commercio cittadino e dell’intero territorio.
Il peso del PIL generato dallo stabilimento ex ILVA e dal suo Indotto strategico territoriale è assolutamente rilevante. L’acciaio è nel DNA del territorio ionico. Occorre, dunque, uno sforzo da parte di tutti per rendere la produzione dell’impianto più grande e strategico d’Europa ecosostenibile, investendo per la sua produzione, una produzione a ciclo integrale.Le nostre aziende contano più di 4000 mila dipendenti e collaboratori diretti,alle quali sono affidate più dell’80% delle attività ordinarie e straordinarie per il funzionamento dello stabilimento. Ogni giorno, 24 ore su 24, su turni di lavoro, l’indotto sovraintende il complesso ciclo produttivo. L’Indotto strategico alla pari dello Stabilimento di Taranto ha retto le sorti e garantito la sua sopravvivenza sin da quando, nel 2015, fu decretata l’amministrazione straordinaria e di conseguenza la perdita di euro 150 milioni di crediti, ad opera di una società in gestione commissariale dello Stato italiano.
Su quei crediti, mai incassati, le nostre aziende hanno riversato l’IVA sulle fatture emesse allo Stato. Oltre il danno, la beffa. Da quella data fino a oggi, con assoluta PAZIENZA e RESILIENZA, abbiamo continuato a sostenere finanziariamente la sopravvivenza dello stesso; uno stabilimento ritenuto strategico per lo Stato Italiano, cosi come il suo Indotto“.
“L’amministrazione straordinaria – ha spiegato Greco – porterebbe a carico del bilancio dello Stato gli esorbitanti costi di cassa integrazione, nonché quelli, altrettanto rilevanti, conseguenti all’intervento del fondo di garanzia INPS per ripagare i crediti (retribuzioni e TFR) dei lavoratori delle aziende in default.
Infine quelli, e forse i più rilevanti di tutti, derivanti dalla perdita di gettito fiscale che conseguirebbe allo stato di crisi e di default delle aziende, le quali non sarebbero più in grado di pagare gli oneri finanziari e fiscali.
Già la vecchia procedura, a distanza di quasi 10 anni, sebbene proprietaria degli impianti, non sarà mai in grado di ripagare i creditori. Ciò è possibile affermare con cognizione di causa in forza dell’esperienza maturata successivamente al 2015, allorché Ilva S.p.A. unitamente alle Imprese controllate, venne anch’essa sottoposta al procedimento di cui al d.l. n. 347/2003.
Neppure le poche Aziende creditrici che,a seguito di lungo ed oneroso contrasto giudiziario, si sono viste riconoscere il titolo di PREDEDUCIBILITA’ dei crediti, non incassando MAI un centesimo.
Rispetto alla precedente situazione del 2015, nella fattispecie ADI, non essendo titolare di alcun cespite, potrà accedere in amministrazione straordinaria esclusivamente proponendo la ristrutturazione economica finanziaria; è oggettivamente difficile ipotizzare che si realizzi un attivo che consenta il soddisfacimento dei crediti ammessi al concorso. Peraltro, trattasi di un’ Amministrazione straordinaria che partirebbe già zavorrata dell’onere di restituzione del prestito ponte che le S.V. hanno anticipato che lo Stato concederà in ragione di 320.000.000,00.
Anche l’ipotesi dell’accesso agevolato delle imprese dell’indotto al Fondo di garanzia PMI non può rappresentare una soluzione, perché le aziende dell’indotto, a seguito di una procedura di amministrazione straordinaria, sarebbero quasi tutte prive dei requisiti minimi di bancabilità, per via di quanto avvenuto nel 2015.
Dunque, questa ipotesi è da escludere pagando direttamente prima della dichiarazione di Amministrazione straordinaria i crediti dell’indotto territoriale, che ad oggi ha dimostrato di essere strategico.“.
“Orbene, alla luce di quanto sopra illustrato – ha proseguito il presidente di AIGI – siamo qui a chiederVi, in nome e per conto non soltanto di A.I.G.I. che mi onoro di rappresentare, ma di tutte le forze economiche del territorio ionico, di prendere in considerazione che qualsiasi ipotesi di soddisfacimento dei crediti vantati dalle aziende creditrici debba avvenire al di fuori del concorso.
Laddove, invece, l’amministrazione straordinaria non possa in alcun modo essere evitata, vi riportiamo qui di seguito le nostre osservazioni anche di integrazione e modifica del decreto legge :
- Perimetrazione dei soggetti a cui attribuire la qualità di P.M.I. e Grandi Imprese appaltatrici ricomprese nell’indotto territoriale strategico (elenco allegato);
- Tutelare le imprese dell’indotto attraverso la cessione pro soluto dei crediti da loro vantati (in allegato) a Medio Credito o a SACE;
- Riservare, una parte del prestito ponte previsto all’articolo 2 del DL suddetto, al pagamento dei crediti vantati dalle imprese dell’indotto al fine di poter supportare le esigenze di continuità aziendale necessarie a preservare la produttività così come previsto dal comma 1-sexies del medesimo articolo.
- Costituzione di un fondo destinato all’indotto strategico costituito dalle P.M.I. e Grandi Imprese del territorio ionico (elenco allegato) destinato al pagamento dei crediti sopracitati.
- Inoltre, si chiede di tener conto del pagamento diretto della CIGO da parte dell’INPS a tutte le aziende dell’indotto strategico territoriale che ne facciano richiesta in deroga al parametro dell’indice di liquidità in quanto il valore risulterebbe nel caso specifico alterato e non veritiero della situazione finanziare delle aziende; in alternativa determinare l’indice di liquidità senza tener conto nel calcolo delle attività correnti dei crediti verso ADI iscritti in bilancio in quanto difficilmente trasformabili in valuta corrente in breve termine.
Si chiede, altresì, di considerare la vicenda ex – ILVA a 360 gradi
Serve una programmazione, una traccia di lavoro, una svolta che potrebbe realmente far cambiare pagina al territorio.
Abbiamo bisogno di sottoscrivere dalle istituzioni, associazioni, sindacati e dalle forze economiche territoriali, un accordo programmatico che consenta di individuare i diversi scenari che potrebbero comporre il quadro complessivo dell’accordo:
- Quello industriale, con le implicazioni relative alle manutenzioni, alla condizione dei dipendenti e all’imprescindibile accordo con le parti sindacali, ai rapporti con altri soggetti operativi;
- Quello ambientale, tagliato tra le altre cose su bonifiche e AIA, avendo su quest’ultima un’attenzione che è contingente, data la più recente, e scarsamente convincente, richiesta di rinnovo;
- Quello urbano, che prevede tutele per l’indotto strategico territoriale, sostegno alla comunità, arretramento da porto e città e gli investimenti nella ricerca (Tecnopolo, università, ecc.);
- Quello finanziario, che riassume le opportunità economiche disponibili (Pnrr, Cis, Zes, Jtf), oltre gli ammortizzatori sociali da impiegare;
- Quello operativo, che qualifica i dettagli dell’accordo come durata, cabina di regia, revisioni e gruppi di lavoro.
Ma per fare tutto questo abbiamo bisogno delle nostre AZIENDE, quelle che oggi con questa paventata amministrazione straordinaria moriranno definitivamente.
“Al fine – ha concluso Greco – di meglio illustrare le motivazioni che sorreggono quanto innanzi dedotto e richiesto, si auspica l’immediata apertura di un tavolo tecnico afferente alla crisi industriale complessa per la città di Taranto, da tenersi presso la sede di Vostro gradimento e/o anche c/o la Prefettura di Taranto.
Onde, di attribuire, come peraltro espressamente previsto dalla legge (cfr. art. 45 d.lgs. n. 270/1999), il potere concorrente di sorveglianza sulla procedura- Si auspica che del “comitato di sorveglianza” faccia parte un membro che rappresenti l’indotto strategico territoriale.
Si chiede infine l’adozione di un provvedimento ad hoc che consenta alle P.M.I. e Grandi Imprese creditrici nei confronti di Ilva spa in A.S. e delle sue controllate, di poter procedere immediatamente a recuperare l’IVA anticipata sui ridetti crediti non corrisposti, in deroga a quanto previsto dall’art. 18 del D.l. n. 73/2021“.