“Senza certezze non c’è futuro”
“Si è svolto oggi al Ministero del Lavoro il tavolo di esame congiunto sulla richiesta di estensione della CIGS da parte di Acciaierie d’Italia, che porterebbe la platea complessiva fino a 4.450 lavoratori. L’azienda ha motivato la richiesta con il crescente squilibrio finanziario dovuto a costi fissi non sostenibili a fronte di livelli produttivi ridotti, chiedendo di allargare la copertura sino al completamento del processo di vendita.” Lo affermano in una nota Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Confederale Usb.
“Il Ministero ha ricordato che ogni nuova istanza di CIGS deve poggiare su presupposti chiari e su un piano di marcia credibile. Nel confronto è emersa con forza la necessità di garantire la tutela dei lavoratori ma anche di avere un quadro industriale e strategico certo, che ad oggi manca del tutto.”
USB ha sottolineato che vengono meno le condizioni minime che avevano sorretto l’accordo precedente. Il percorso con un potenziale acquirente si è interrotto, il piano di ripartenza indicato dai commissari non trova più continuità e sulla vendita non esistono informazioni ufficiali, ma solo indiscrezioni di stampa.
“Ci troviamo dunque in una condizione di totale assenza di certezze – affermano Rizzo e Colautti – e non è accettabile gestire la crisi dell’acciaieria più grande d’Europa senza un piano industriale trasparente e senza un percorso credibile di rilancio, per la decarbonizzazione e ovviamente per la salvaguardia di tutta la platea dei lavoratori, dai diretti agli appalti fino all’Ilva in AS.
Per queste ragioni USB ha ribadito che l’unica strada percorribile è un intervento pubblico immediato e diretto. Lo Stato deve assumersi la responsabilità di governare questa fase, garantendo occupazione, salario e futuro produttivo. – Si legge nella nota – Il tempo che passa non è soltanto un nemico per l’azienda, ma soprattutto per i lavoratori, le loro famiglie e l’intero settore siderurgico nazionale. Ogni giorno che si perde senza decisioni concrete aumenta il disvalore dell’azienda e la sfiducia delle comunità.
USB – concludono Rizzo e Colautti – chiede che il Governo convochi con urgenza a Palazzo Chigi un tavolo politico e strategico, capace di ricostruire un percorso chiaro per la siderurgia italiana e di restituire garanzie vere alle lavoratrici e ai lavoratori di Acciaierie d’Italia.”


