Il presidente dell’Associazione Indotto AdI e General Industries chiede un’audizione al presidente della Repubblica per ricevere “un conforto e un consiglio” in merito alla vertenza dell’indotto del siderurgico tarantino
Il presidente dell’Associazione Indotto AdI e General Industries scrive al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a nome delle 100 aziende e dei 4mila lavoratori rappresentato da AIGI.
“Non consenta che la città di Taranto, in un momento così critico per le sue sorti future sia lasciata sola. Ora, più che mai, la città, i cittadini, i lavoratori e le loro famiglie avvertono il bisogno di sentire la vicinanza del loro Presidente. La nostra città, sta vivendo le ore più drammatiche della sua storia recente. A distanza di poco meno di 10 anni dalla dichiarazione di amministrazione straordinaria dell’allora Ilva, la stessa sciagurata formula si starebbe per replicare perché, come sicuramente saprà, Governo e socio privato non riescono a trovare un accordo affinché lo stabilimento ionico, un tempo fiore all’occhiello della siderurgia nazionale ed internazionale, riprenda la produzione e continui a garantire economia e lavoro all’intero territorio ed alla Nazione”.
“La chiusura della fabbrica sarebbe una catastrofe – ha scritto di recente il Pastore della Chiesa ionica, Mons. Ciro Miniero. Una catastrofe che la città non può permettersi e di cui probabilmente non sta valutando appieno le nefaste conseguenze. La sciagura sarebbe non solo economica ma anche ambientale e sociale, rischiamo di lasciare in eredità ai nostri figli e nipoti un territorio devastato e non risanato come purtroppo già avvenuto per la vicenda di Bagnoli”-
Per Greco l’amministrazione straordinaria di ex Ilva si tradurrebbe in una “nuova voragine di 130 milioni di euro nei bilanci delle aziende dell’indotto, le quali danno lavoro a circa 4000 persone;130 milioni di euro che mancherebbero all’economia cittadina compromettendo tutti i settori vitali del territorio.
Decretare l’amministrazione straordinaria di ex-ILVA, senza prima mettere in sicurezza i crediti dell’indotto, significherebbe infatti decretare la morte di tante imprese del tessuto industriale, le quali, hanno subito gli effetti dell’amministrazione straordinaria già 10 anni fa con la perdita di 150 milioni di euro e che, questa volta, non riuscirebbero a sopravvivere. Significherebbe distruggere un distretto imprenditoriale che, oltre a dare lavoro a 4000 famiglie, investe e porta ricchezza aggiuntiva al territorio tutto, poiché queste imprese generano importanti quote di fatturato anche nel resto d’Italia, in Europa ed alcune anche nel resto del mondo.
Verrebbero perse per sempre le competenze, le specializzazioni ed il know-how maturati in decenni di appassionato lavoro, non ci sarebbero altre prospettive di sviluppo”.
Il presidente di AIGI spiega che con l’amministrazione straordinaria dello stabilimento siderurgico “lo Stato subirebbe un costo sociale ed economico ben più alto rispetto al ristoro degli attuali crediti insoluti dell’indotto, perchè porterebbe a carico del bilancio dello Stato gli esorbitanti costi di cassa integrazione, nonché quelli, altrettanto rilevanti, conseguenti all’intervento del fondo di garanzia INPS per ripagare i crediti (retribuzioni e TFR) dei lavoratori delle aziende in default. Infine quelli, e forse i più rilevanti di tutti, derivanti dalla perdita di gettito fiscale che conseguirebbe allo stato di crisi e di default delle aziende, le quali non sarebbero più in grado di versare le imposte (IVA in primis)“.
Alla luce di tutte le criticità del territorio tarantino, AIGI chiede, pertanto, al presidente Mattarella, un’audizione per ricevere “un conforto ed un consiglio” sulle vertenze sopra elencate e chiede la disponibilità per un saluto in vista della prossima visita del presidente della Repubblica nella città di Bari, in occasione della celebrazione degli 80 anni del Congresso dei Comitati nazionali di Liberazione che si svolse al Teatro Piccinni il 28 e il 29 gennaio 1944.
“La popolazione tarantina e tutte le forze del territorio sono più che mai coese – conclude Greco – il 29/01/2024, rappresenterà la data storica di una grande iniziativa “che unirà imprenditori e operai”: tutte le organizzazioni sindacali insieme alle Imprese dell’indotto, scenderanno in piazza a manifestare in difesa della produzione ecocompatibile e del lavoro per il territorio tarantino, nonché per la sopravvivenza dello stabilimento siderurgico il cui futuro è fortemente a rischio“.