sabato 27 Luglio 24

Ex Ilva, Confcommercio Taranto: “Lo Stato deve intervenire”

“Taranto non può continuare a pagare per gli errori commessi da anni di politiche industriali miopi”, scrive la sezione provinciale della Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo


“L’ex Ilva/Acciaierie d’Italia, dopo anni di veleni sparsi sulla città, ora si prepara a mettere in scena un nuovo atto della tragi-commedia che incombe su Taranto.
Si profila il concreto rischio di un blocco non programmato – ma voluto dal socio di maggioranza- dello stabilimento, evenienza che non farebbe giustizia dei danni provocati all’ambiente e alla salute dei cittadini e né ripagherebbe le vite perse, non darebbe prospettive economiche ai lavoratori, ma anzi acutizzerebbe la crisi economica del territorio, aprendo una voragine nel tessuto economico-sociale locale”.

Così Confcommercio Taranto nel giorno della grande manifestazione di imprenditori e dipendenti del siderurgico tarantino, per protestare contro le drammatiche condizioni di un’azienda prossima allo spegnimento.


“Vi sono in ballo crediti per 120 milioni di euro – scrive Confcommercio – Giustamente le imprese dell’indotto, ormai al collasso, rivendicano i loro crediti. La protesta delle aziende della filiera, le ditte dell’indotto e gli autotrasportatori, accende i riflettori su una situazione di cui, a distanza di dieci anni dall’ultimo cambio di proprietà, ancora una volta è Taranto a pagarne le conseguenze. L’impoverimento del territorio è tangibile e si avverte in tutti i settori dell’economia: dal manufatturiero, all’autotrasporto, l’edilizia, i servizi, le professioni, ed ovviamente anche il commercio, in particolare quello di vicinato, sul quale si ribalta a 360° la sofferenza economica, finanziaria e occupazionale del territorio”.


“Lo Stato ha il dovere di intervenire – conclude il comunicato della confederazione – e dare risposte concrete alle imprese dell’indotto e agli autotrasportatori che in questi anni hanno garantito i servizi e la continuità operativa di Acciaierie d’Italia, e che ora sono allo stremo e rischiano di non vedere riconosciuti i loro crediti. Il Governo si faccia carico di un’ennesima situazione subita, determinata ancora una volta da strategie e scelte sbagliate le cui conseguenze ricadono sulla comunità locale. Taranto non può continuare a pagare per gli errori commessi da anni di politiche industriali miopi”.

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