Il segretario di Fiom Taranto, Francesco Brigati, sottolinea l’importanza della giornata odierna: “Consegneremo i risultati del referendum tra i lavoratori in merito al futuro dello stabilimento e del nostro territorio”
“Oggi è una giornata importante perchè consegneremo al Parlamento il risultato del referendum tra i lavoratori in
merito al futuro industriale, ambientale e occupazionale del territorio. Ci sono storture nel decreto e bisogna accelerare con l’intervento pubblico”. Così Francesco Brigati, segretario Fiom Taranto, ha commentato la manifestazione di dissenso messa in atto oggi a Roma insieme a Usb e Uilm.
Le sigle sindacali, insieme al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, hanno espresso il proprio disaccordo nei confronti del decreto legge sull’ex Ilva, approvato lo scorso 28 dicembre dal Cdm.
Brigati ha aggiunto che se l’ex Ilva rappresenta davvero un sito di interesse strategico “riteniamo che non possa essere nelle mani di quella multinazionale che ha depauperato quello stabilimento. Bisogna invertire la rotta e si può fare senza ArcelorMittal e con l’intervento pubblico”.
Scudo penale e i 680 milioni di euro stanziati per Acciaierie d’Italia sono i punti su cui sindacati e istituzioni territoriali prendono le distanze dal decreto: in particolare, non si ritiene corretto elargire ulteriori risorse economiche ad Arcelor Mittal, che ha “disatteso gli impegni presi e ridotto al minimo la produzione di acciaio a Taranto, facendo ricorso massiccio alla cassa integrazione”.
Per questo sarà consegnato ai parlamentari un documento che chiede che lo Stato assuma la maggioranza dell’azienda attraverso il passaggio al 60% delle quote di Invitalia.
Alla manifestazione odierna non aderiscono Fim Cisl e Ugl.