Secondo le indiscrezioni riportate da Il Giornale il siderurgico tarantino si avvierebbe ad un nuovo commissariamento
E’ iniziato questa mattina lo sciopero di 48 ore dei lavoratori dell’area altiforni dell’ex Ilva di Taranto.
La protesta, indetta dai sindacati Fim, Fiom e Uilm, si aggiunge ad una comunicazione inviata dalle Rsu delle sigle sindacali, con la quale si diffida l’azienda dallo spegnere l’Altoforno 2, come comunicato da Acciaierie d’Italia.
Lo stop, che dovrebbe durare fino all’11 dicembre, è stato motivato ufficialmente con la necessità di effettuare interventi di manutenzione programmati ma, secondo i sindacati, si tratta dell’inizio dello spegnimento effettivo della fabbrica.
“La fermata degli impianti – ha dichiarato il segretario Uilm Taranto, Davide Sperti – è un pretesto di Arcelor Mittal per ricattare il Governo, che a sua volta è complice di una situazione vergognosa che espone migliaia di persone come scudo umano. Intanto c’è grande attesa per l’esito dell’aggiornamento dell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia, previsto per la giornata di oggi.
Secondo alcune indiscrezioni riportate questa mattina da Il Giornale, però, la governance attuale sarà sciolta e per l’azienda si aprirebbe la strada verso un nuovo commissariamento, dopo quello del 2015.
Una soluzione che permetterebbe di pagare il debito verso l’indotto e metterebbe fine allo stato di agonia in cui versa il siderurgico tarantino ma anche all’era Mittal.