“Pur in un contesto di attività produttiva ridotta l’indotto manterrà un ruolo centrale per le attività manutentive e per il rilancio di Taranto, contribuendo all’esecuzione degli interventi necessari ad abilitare il rialzo dei livelli produttivi e il ripristino degli impianti”
“La produzione del siderurgico di Taranto sarà dimezzata, pari a 2 milioni di tonnellata l’anno, per i prossimi 7-8 mesi, con un solo altoforno in funzione e con ripercussioni dirette anche sugli altri stabilimenti”. Queste le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a seguito del tavolo con le aziende dell’indotto ex Ilva di Taranto che si è svolto ieri al Mimit.
“Il sequestro dell’Afo 1 disposto dalla Procura, insieme alla mancata autorizzazione al colaggio dei fusi che ne ha irrimediabilmente compromesso il funzionamento, arrecano un gravissimo danno all’azienda, un grande ostacolo al percorso verso la decarbonizzazione. – Ha dichiarato Urso – Ma noi non molliamo. Dobbiamo prendere atto delle conseguenze: meno produzione, meno occupazione, con la necessità di più risorse pubbliche”.
Il ministro ha poi sottolineato che le imprese dell’indotto non saranno lasciate sole, come dimostrato nei mesi scorsi. “Supereremo anche questo ostacolo imprevisto. Pur in un contesto di attività produttiva ridotta l’indotto manterrà un ruolo centrale per le attività manutentive e per il rilancio di Taranto, contribuendo all’esecuzione degli interventi necessari ad abilitare il rialzo dei livelli produttivi e il ripristino degli impianti”.
Nel suo intervento, Urso avrebbe annunciato un confronto costruttivo con la Regione Puglia, sull’Aia e sullo stanziamento temporaneo di una nave rigassificatrice.