Dieci giorni cruciali per ridefinire il futuro dell’acciaieria di Taranto: dal nodo gas all’occupazione, tutte le sfide sul tavolo. Obiettivo 6 milioni di tonnellate di acciaio verde entro il 2026 attraverso tre nuovi forni elettrici
Si apre una settimana decisiva per il futuro dell’ex Ilva di Taranto, con l’avvio oggi della prima riunione del comitato tecnico incaricato di risolvere il nodo dell’approvvigionamento del gas. Dopo la fumata nera del 15 luglio, il comitato, che include rappresentanti degli enti coinvolti nell’accordo interistituzionale e Snam, dovrà trovare una soluzione entro il 28 luglio, valutando anche la realizzazione di quattro impianti Dri per la produzione nazionale di acciaio.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha delineato un piano ambizioso che prevede la “completa decarbonizzazione” attraverso l’installazione di tre forni elettrici: il primo entro 4 anni, il secondo nei successivi due anni e il terzo entro otto anni. L’obiettivo è raggiungere una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio entro marzo 2026, utilizzando inizialmente i tre altiforni esistenti.
Sul tavolo c’è anche la proposta della Regione Puglia di procedere con il polo Dri senza nave rigassificatrice, che verrà valutata dal comitato tecnico. Nei giorni scorsi è stata rilasciata una nuova Aia con 470 prescrizioni, nonostante il parere contrario degli enti territoriali. L’autorizzazione, temporanea, sarà rivista da agosto in base all’accordo di programma.
Il calendario è fitto di appuntamenti cruciali: i sindacati (Fim, Fiom e Uilm) hanno organizzato tre giorni di assemblee (22-24 luglio) per elaborare una piattaforma rivendicativa su ambiente, occupazione e salute. La piattaforma sarà presentata il 25 luglio al presidente della Regione Puglia Emiliano, al presidente della Provincia Palmisano e ai sindaci di Taranto e Statte, Bitetti e Spada.
Il 24 luglio al Ministero del Lavoro si discuterà la richiesta di cassa integrazione per 4.050 dipendenti (3.500 nel sito di Taranto). Il momento conclusivo è fissato per il 31 luglio al Mimit, dove si definirà l’Accordo di programma interistituzionale per la completa decarbonizzazione dello stabilimento tarantino, segnando una svolta storica per il più grande polo siderurgico italiano.


