venerdì 9 Maggio 25

Il pianto sordo dei piccoli commercianti pugliesi

di Francesca Leoci

In Puglia sono 663 i negozi che hanno chiuso nel 2024 a causa di un aumento degli acquisti online

Giunti a metà dell’anno, il resoconto del primo trimestre del 2024 sull’andamento economico in Italia evidenzia un cambiamento radicale che ha preso piede negli ultimi anni: gli acquirenti di oggi sono migrati dal negozio fisico allo store online. Nell’era dei pigri, l’acquisto con un click è più attraente rispetto alla ricerca diretta tra gli articoli di abbigliamento, arredamento, hobby o qualsiasi altro prodotto.

Il trasferimento degli acquisti verso le piattaforme internazionali di e-commerce, che spesso versano le imposte in altri Paesi, comporta anche uno spostamento del gettito fiscale. Secondo le stime di Confesercenti, dal 2014 ad oggi il fisco italiano ha perso oltre 5,2 miliardi di euro in tasse.

Un orizzonte analogamente cupo è visibile anche per i punti vendita gastronomici: secondo gli ultimi dati rilevati dall’associazione, panifici e macellerie stanno perdendo terreno mentre ipermercati, supermercati e discount guadagnano clientela. Col desiderio del “tutto subito” e un bisogno di risparmiare qualche soldo, le famiglie italiane preferiscono una spesa concentrata, rapida e a buon mercato, sacrificando la qualità del pane appena sfornato in panificio o della carne fresca offerta dalla piccola macelleria, ragionevolmente più costosa.

In questa desertificazione commerciale di massa, a soffrirne sono soprattutto i piccoli esercenti che, gravati da spese e tassazioni elevate e dalla sottrazione di clienti da parte degli e-commerce, si trovano costretti ad abbassare la saracinesca. In particolare, in Puglia sono 663 le attività che hanno chiuso nei primi tre mesi del 2024. Mentre l’abbuffata negli store online continua a generare un esorbitante giro d’affari.

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