Il segretario generale della Fiom Cgil Taranto, Francesco Brigati, commenta le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini sulla possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina con l’acciaio prodotto a Taranto
“Credo che Salvini non conosca l’attuale situazione dell’ex Ilva di Taranto”: è quanto afferma Francesco Brigati, segretario generale della Fiom Cgil di Taranto, a proposito delle recenti affermazioni del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sulla
realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina con l’acciaio prodotto da Acciaierie d’Italia.
“Non so quante tonnellate servirebbero – continua Brigati – ma allo stato attuale, già senza il ponte, non siamo nelle condizioni di sopperire alla richiesta di acciaio del mercato nazionale. Figuriamoci con il ponte. Mi sembra il solito slogan detto in campagna elettorale. Nella situazione attuale non siamo in grado di soddisfare la richiesta interna”.
Salvini ha detto anche di aver contattato amministratori locali di diversi schieramenti politici ma il sindacalista ribatte: “Noi non siamo stati contattati”.
La produzione di acciaio dello stabilimento siderurgico di Taranto, come noto, non è al momento “a pieno regime”.
“Stiamo attendendo il piano industriale – spiega Brigati – Quindi, prima di parlare di quanto acciaio si produrrà a Taranto, bisogna capire come verrà prodotto. C’è un processo di transizione ecologica e soprattutto l’altoforno numero 5, il più grande d’Europa, in questo momento è fermo ed è fermo dal 2015. Prima vanno risolti questi nodi attraverso un piano industriale. Evidentemente i ministeri delle Imprese e delle Infrastrutture sono slegati, non si parlano e il ministro Salvini non conosce le problematiche che si vivono nello stabilimento e l’incapacità di produrre per motivi di limitazioni agli impianti in marcia. Sono più quelli fermi che quelli in funzione al momento”, conclude il segretario generale di Fiom Cgil Taranto.
