Il rapporto presentato oggi sullo stato socio-economico del Mezzogiorno certifica l’aumento del lavoro povero. Sarracino (PD): “E’ un allarme per tutta l’Italia”
Il Pil del Mezzogiorno è stimato dal rapporto Svimez, presentato ufficialmente questa mattina, in aumento dello 0,4% nel 2023, con una crescita dimezzata rispetto al Centro-Nord (0,8%). Il dato nazionale è +0,7%.
Si riapre così il divario di crescita tra i territori, dopo un biennio di allineamento, a causa del diverso andamento dei consumi. La contrazione del reddito disponibile delle famiglie meridionali (-2%), del resto, è doppia rispetto al Centro-Nord.
Nel Mezzogiorno, la povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata è salita di 1,7 punti percentuali tra il 2020 e il 2022, dal 7,6 fino al 9,3%: quasi una su 10. In generale nel 2022, sono 2,5 milioni le persone che vivono in famiglie in povertà assoluta al Sud: 250.000 in più rispetto al 2020 (-170.000 al Centro-Nord).
Secondo il rapporto, l’incremento dell’occupazione, maggiore al Sud che nel resto del Paese, non basta ad alleviare il disagio sociale in un contesto di diffusa precarietà e bassi salari. Salari, lavoro povero ed emigrazioni giovanili sono “le questioni più urgenti”.
“La radiografia Svimez sullo stato di salute socioeconomico del Mezzogiorno deve allarmare l’intero Paese – ha dichiarato il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino. Esiste innanzitutto una questione salariale enorme, che certifica purtroppo come la forbice nord-sud dopo anni di faticosa ricucitura, torni ad allargarsi”.
Secondo il report stilato dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, infatti, aumentano gli occupati, ma aumenta anche la povertà e dunque cresce il cosiddetto “lavoro povero”.
“Per questo – afferma Sarracino – diventa fondamentale la battaglia che stiamo conducendo per l’introduzione di un salario minimo, visto che al sud un lavoratore dipendente privato su quattro guadagna meno di 9 euro l’ora. L’assenza di politiche industriali, il rischio delle ricadute negative su Ilva, Telecom, Stellantis, la delicatezza dei processi di transizione ecologica e digitale non adeguatamente accompagnati da parte pubblica, segnalano la necessita’ di un cambio di passo”.
“Il PNRR sarebbe una straordinaria opportunità, ma anche su questo versante le incertezze crescono”, aggiunge l’esponente della segreteria Pd, affermando che si “dovrebbe puntare maggiormente scolarizzazione, invece di lavorare al ridimensionamento scolastico che colpirà proprio il Mezzogiorno”.
Ma, per Sarracino, il peggio deve ancora arrivare: “Con l’autonomia differenziata – spiega – il Sud sarà colpito in maniera irreversibile. Per queste ragioni chiediamo che proprio partendo dai contenuti del rapporto Svimez si possa aprire un confronto parlamentare sul futuro del Mezzogiorno. Perchè non ci stancheremo mai di dirlo, come è stato ribadito anche oggi alla presentazione del rapporto: se non cresce il Sud, non cresce l’Italia”.